Questione di dignità

La migrazione è un fenomeno inarrestabile e che, anzi, andrà crescendo negli anni futuri. Per confrontarsi con esso nel modo giusto bisogna dunque controllarlo e regolamentarlo.

In Italia, l’immigrazione è diventata uno dei temi principali dell’ultimo decennio o poco più, e per capire come si è rapidamente diffuso questo fenomeno, bisogna fare dei passi indietro. Occorre ricordare che i paesi così detti “sotto sviluppati” subiscono sfruttamento, guerre di potere, alquanto pretestuose, da secoli, ovviamente da parte dei paesi occidentali, Italia compresa. Uno sfruttamento che ha impedito nei secoli la crescita economica di questi paesi, portando allo stremo la qualità della vita delle popolazioni fino a togliergli la propria dignità’.

La dignità, un valore di cui tutti dovremmo godere, ma come la si ottiene ?

E’ abbastanza semplice, avendo la possibilità di vivere liberi, studiare, lavorare e godere dei propri diritti. Purtroppo in questo periodo i soprusi che viviamo tutti, senza distinzione di razza, stanno governando il mondo intero portando a delle vere e proprie guerre tra poveri.

Proprio così, sfruttando i paesi deboli e creando una carenza di Dignità si è innescato, a mio avviso, il fenomeno dell’immigrazione. Una storia, fra l’altro, successa anche agli Italiani, che per fame e povertà emigrarono in massa verso le Americhe, ve lo ricordate?

Oggi in Italia il fenomeno dell’immigrazione è stato fatto diventare un problema, conseguentemente strumentalizzato e usato a fini politici. Tutto questo dimenticandosi la cosa più importante: si sta parlando di persone. Persone che fuggono da guerre e miseria. Tu non fuggiresti dal tuo paese, se vivessi nella miseria e per di più rischiando la vita?

Probabilmente è necessario distinguere chi cerca di venire perché perseguitato politico o migrante economico, chi scappa da una guerra ufficiale e chi da una non ufficiale, perché non tutti quelli che arrivano hanno il diritto di asilo; ma non mi voglio soffermare su questo punto. Una cosa in comune a tutte queste tipologie di migranti, indistintamente, è il fatto che tutti vengono rinchiusi in centri, così detti di accoglienza. Queste strutture però sono spesso inadeguate, e dove spesso c’è lucro, sfruttamento e speculazione, come si apprende anche dalle cronache.

L’accoglienza dovrebbe essere gestita in maniera differente, se arriva qualcuno non si può rinchiuderlo in centri di accoglienza per mesi o anni, senza aiutarlo ad integrarsi nella società dove intendono vivere. Così li sì ghettizza. Bisognerebbe invece formarli, inserirli ed integrarli nella società, dando loro dignità, rendendoli parte del miglioramento, anche, per esempio, assegnando compiti per la manutenzione del decoro urbano. Se questo non è possibile, l’accoglienza e l’integrazione diventano difficili e pericolose, per tutti.

Non tralascio però neanche la situazione degli Italiani che per quanto abbiano avuto la fortuna di nascere in un paese così sviluppato, stanno vivendo, ormai da diversi anni, anche loro, condizioni di miseria.

Mancanza di lavoro, mancanza di opportunità, spesso dovute alla crisi economica. Un paese intero è sofferente, e quindi come gli stranieri anche gli italiani oggi, si vedono privati della propria dignità. Questa situazione di sicuro non aiuta. Proprio per questo penso che oggi, la difficoltà che si manifesta nel vedere nell’immigrazione un valore aggiunto, sia figlia anche di questa situazione economica, che complica tutto.

Mi rattrista vedere respinto un migrate alla ricerca del suo avvenire, tanto quanto è frustante e triste vedere un padre o una madre italiani disperati, perché non avendo un lavoro sono costretti ad andare alla Caritas, o chissà dove, per cercare qualcosa mangiare o ancora peggio, dove dormire con la propria famiglia.

È dunque inevitabile per questi ultimi, con le loro debolezze e frustrazioni, protestare, prendersela con qualcuno, scatenando rabbia, nel vedere stranieri ospiti dei centri di accoglienza passeggiare senza un obbiettivo. 

Cosa ci si può aspettare però da una persona che fugge da una guerra, che ha affrontato mesi di viaggio, subendo i peggiori soprusi, rischiando la vita in mare, traumatizzato, e alla ricerca della sua dignità, se alla fine si ritrova rinchiuso per mesi o anni nei centri di accoglienza, senza un piano, senza un obiettivo?

Allo stesso modo cosa ci si aspetta da persone che non fuggono da nessuna guerra, ma sono solo in cerca di migliorare la propria vita, se si ritrovano comunque rinchiusi senza lavoro, senza avere la possibilità di integrarsi e dare il loro contributo alla società?

Tutto ruota intorno al ridare dignità alle persone. Non all’italiano o all’immigrato, ma ricominciare a mettere in primo piano l’essere umano.

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