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Chirurgia straniera

Circoncisione ed escissione: le ragioni di una tradizione culturale

Abbiamo appreso con sgomento la morte di un bambino di 2 anni e il suo fratello gemello ricoverato in grave condizioni, in seguito ad una circoncisione operata in casa, entrambi originari della Nigeria.

Il mondo è sempre più in evoluzione, con la globalizzazione i paesi che ci sembravano lontanissimi si sono avvicinati; con l’avvento di nuove tecnologie e con l’esponenziale crescita e diffusione dei mezzi di comunicazione via Internet e TV, siamo in grado di informarci, e di aver notizie in tempo reale su quanto accade in tutto il mondo. Si è aperta la possibilità di far avvicinare e conoscere culture e tradizioni lontane, non sempre nel modo giusto, e spesso considerate controverse dal mondo occidentale: è il caso della circoncisione e dell’escissione.

Sono delle pratiche che nascono e vengono effettuate in Africa e in altri paesi del mondo; vengono praticate sia per motivi culturali che religiosi, come per la distinzione tra gruppi diversi oppure come un atto di purificazione. Come molti non sanno la circoncisione viene considerata anche come un importante fattore igienico, per evitare malattie sessualmente trasmissibili; è stato ampiamente dimostrato, da alcune associazioni scientifiche come OMS e ONUSIDA, che è possibile contrastare l ‘HIV, nelle zone dove potrebbero esserci maggiori rischi di contagio, con la circoncisione: diminuendo la carica batterica sul pene, diminuisce il rischio di trasmissione, ed è raccomandata a tutte le età.

Ma a tal proposito ci sono state svariate prese di posizione da parte di numerose associazioni mediche, soprattutto in Europa, dichiarando che “la circoncisione non è terapeutica, e deve essere interdetta soprattutto sui bambini” ma non tengono conto del fatto che questa sia una pratica tradizionale, culturale e religiosa. Immaginate se agli uomini e alle donne occidentali venisse imposto di farlo, pur non essendo nella loro cultura.

Queste pratiche sono delle tradizioni tramandate di generazione in generazione, la circoncisione esiste già dall’antichità, in effetti anche gli Egiziani la praticavano già dai tempi primitivi. Nonostante siano così fortemente dibattute, venivano usate indistintamente sia sul maschio che sulla femmina, perché la considerazione dei nostri antenati, per l’uomo e per la donna era apparentemente la stessa: dunque se il maschio veniva circonciso, lo stesso valeva per la femmina. Non è stata quindi concepita con lo scopo di mutilare uomini e donne; il fattore che è presente in tutte le culture, e il più socialmente accettato è quindi quello legato all’igiene, in seguito le altre ragioni come la purificazione o la sottomissione.

La circoncisione, questa pratica millenaria, resiste ancora nel tempo e continua ad essere un rito molto usato e apprezzato dalla stragrande maggioranza degli uomini africani; è molto considerata poiché chi non viene sottoposto ad essa diviene motivo di derisione rispetto ai canoni di virilità nei vari gruppi culturali africani; sebbene l’escissione è stata progressivamente abbandonata, un po’ in tutta l’Africa, anche per ragioni estetiche, è molto usata ancora nei paesi Islamici dato che per i popoli Musulmani queste pratiche sono fortemente legate alla religione. E allora, visto che ormai i popoli sono in continuo movimento e le persone che sono costrette o che scelgono di migrare cercano di mantenere vive le loro tradizioni, non sarebbe un bene concedere loro la possibilità, specialmente in questi casi di poter effettuare questa pratica in luoghi sicuri come ospedali, e sotto la supervisione di qualche esperto?

Oppure se in occidente si ritiene e si è sicuri che questa pratica non abbia un valore e che dunque non sia così necessario, perché oltre ad accogliere i migranti non è stata avviata una forte campagna mirata a sensibilizzare e informare quest’ultimi sull’argomento, garantendo sempre una scelta: avere l’opportunità di poter fare l’operazione negli ospedali senza sentirsi giudicati, o di prendere le distanze da questa pratica per chi la subisce.

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