La noncuranza dell’essere

Le mie parole non devono lambire, ma colpire. 
Non voglio destare meraviglie, ma semplicemente togliere il velo ad orrende realtà 
Nella mia mente, c’é poesia, bellezza, nella realtà, altro. 
So che il cielo é blu, ma anche che l’orrore é umano. 
Non ho scelto, mi é imposto, io che vedo luce, vivendo nel buio. 
L’Uomo non nasce migliore, ne peggiore. Ma può nascere fortunato, o a meno. 
Il mio verbo, che va oltre gli arcobaleni, é chiuso nella bolla del tempo. Ieri, ed oggi, poco diversi. 
Vivo in un mondo di bombe, di missili, di carri armati, di aerei di guerra, di navi bombardieri, in un oasi di terrore. 
“L’insouciance de l’etre”(la noncuranza dell’essere), é la poesia più bella. Raramente decantata, e spesso da folli. 
Io non voglio ricordarvi quanto sia bello il fiore, ma chi vicino a noi dorme senza riparo e non ha abbastanza cibo. 
Non vi dirò parole di miele, ma vi ricorderò due cose:
Cosa c’é accanto a noi, e chi scegliamo di essere.

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