Tutti noi, soggetti che veniamo da un paese che non appartiene al vostro paese siamo definiti, dalla quotidianità italiana, stranieri, ma estranei a cosa? Molti di noi hanno percorso chilometri e chilometri per arrivare sulle sponde del Mediterraneo, definito come il bacino della libertà, attraversando il mare su una carretta rischiando pure la vita. Altri invece, più fortunati, sono arrivati regolarmente (come piace a l’ultradestra italiana) con visto e passaporto, chi per studiare e approfondire le sue conoscenze, altri ancora per lavorare con le grandi opportunità economiche che offre l’Occidente. Insomma siamo noi, che spuntiamo fra la folla per la pelle scura che abbiamo, per il nostro italiano scorretto ma che cerchiamo di usare al meglio per esprimerci. Quelli che negli uffici pubblici sono sempre disorientati perché fatichiamo a capire la burocrazia.
Secondo il rapporto dell’Istituto Cattaneo “Immigrazione in Italia: tra realtà e percezione”, oltre il 70% degli italiani pensa che siamo 4 volte di più di quelli che realmente siamo. Invece secondo i dati Istat più aggiornati, al 1° gennaio 2019 i cittadini stranieri residenti in Italia sono 5 milioni e 234 mila, circa l’8,7 per cento della popolazione totale. Ma non solo, abbiamo pure fondato il 9,6% delle imprese attive nel bel paese. Per la politica, siamo una risorsa o una minaccia alla tenuta democratica della nazione, a seconda degli schieramenti “ideologici”. Guardando ai fatti, però, l’imprenditorialità di importazione è ormai in crescita e i principali settori d’attività sono commercio e costruzioni.
Ormai, siamo presenti nella vità di ogni giorno e la nostra presenza sta diventando essenziale per la vita quotidiana. Sei fuori con gli amici al centro a Roma e i bar dopo una certa ora sono chiusi? Gli unici negozi aperti disponibili sono quelli gestiti dai cosi detti “bangla”. I bei pomodori che prendiamo al mercato a prezzi stracciati? Ecco arrivano dalla Puglia, raccolti grazie ai braccianti africani che lavorano anche 12-14 ore al giorno senza nessun diritto di negoziazione salariale previsto. Ti piace il latte che arriva dalla vacche padane della Valbrembana? Ecco sono state munte dagli indiani. O ancora, vuoi affidare un tuo caro, avanti con l’età a una onesta persona? le collaboratrici domestiche sono del corno d’Africa, dell’est Europa, dalle Filippine. Versiamo ogni anno 8 miliardi di euro in contributi sociali e altre prestazioni sociali. Ne riceviamo indietro 3, sotto forma di pensioni, istruzione e sanità.
Alla fine, anche se non perfetto, l’italiano lo parliamo, la mentalità di fare cose complicate con metodi semplici l’abbiamo acquisita con il tempo, ci mettiamo a piangere quando Totti dà l’addio al calcio, siamo pure pronti a mandare al quel paese l’autista che salta la fermata del bus e non riusciamo a non cominciare la giornata con un buon caffè.