Le difficoltà di chi emigra dall’Africa all’Europa sono nel viaggio. Ma anche nel paese di provenienza.
Nell’Africa subsahariana, giovani ragazze e ragazzi sono costretti a lasciare il loro paese di origine. Ormai da qualche decina di anni una buona parte del continente vede i suoi figli abbandonare la loro terra di nascita. Talvolta se ne vanno anche gli adulti di mezza età. Le ragioni di questa migrazione di massa sono piuttosto complesse. E a volte nascoste.
Chi viene spinto all’abbandono del suo paese diventa spesso il bastone guida dei parenti rimasti al paese e anche il fondamento su cui i membri della famiglia si reggono per sopravvivere.
La maggior parte delle famiglie in Africa occidentale sono numerose e legatissime fra loro; ce ne sono composte da 15 o 20 persone ma hanno tutti un buon rapporto l’uno con gli altri.
In ogni famiglia, l’educazione ricevuta è basata sulla fratellanza e la solidarietà fra tutti i membri. Fratellanza che consiste nel lavorare insieme nello stesso campo, raccogliere i prodotti coltivati e conservarli in un posto unico dove tutti i membri hanno accesso. Si mangia tutti insieme nello stesso piatto. La cucina è fatta a turno dalle donne o ragazze mature della famiglia.
La solidarietà invece è aiutare un membro della famiglia per andare altrove in un altro paese, magari in Europa,rischiando la vita oppure in un paese africano ritenuto più stabile rispetto al proprio. Chi viene scelto ha una grossa responsabilità e non ha diritto a nessun tipo di fallimento. In questa scelta tutti i membri della famiglia sono consapevoli della loro decisione e convinti che la persona scelta non deluderà nessuno.
Una volta arrivato a destinazione, specialmente se in Europa, il prescelto comincia ad affrontare le difficolta del paese ospitante e quelle del paese di origine. Chi invece sceglie di rimanere in un altro paese africano subisce solo le difficolta del paese di arrivo. E la differenza è grande. Emigrare nello stesso continente per gli africani non risolve al 100% i problemi ma ti porta a subire meno pressioni, a volte quasi nulle, da parte dei familiari rimasti a casa.
I problemi e difficolta maggiori sono per chi va in Europa. Le difficoltà interessano diversi fronti: psicologici e intimidatori con conseguenze difficili da riparare. L’Europa è considerata in Africa come se fosse la soluzione a tutti i mali. Questa brutta credenza parte dai nostri avi nel momento della schiavitù ed è stata tramandata fino alla nostra generazione. L’africano una volta arrivato in Europa inizia per prima cosa ad affrontare i problemi legali. Nello stesso momento i parenti attendono tutti quanti con ansia che cominci a gestire le lacune familiari.
Per poter essere in regola in Europa, spesso devi chiedere asilo politico. Cosi sei costretto a rimanere in un centro di accoglienza per un lungo periodo. Il più fortunato passa 2 anni all’interno delle strutture seguendo tutte le procedure per ottenere il permesso di soggiorno. Lo sfortunato invece subisce un diniego dalla commissione territoriale dopo 2 anni di attesa, la speranza di aver il documento lo spinge a far il ricorso al tribunale ma spesso viene rigettato lo stesso. Nel paese ospite ovviamente vivere senza documenti non è ammesso. Anche perché non si può cercare lavoro. Mentre affronti la vita dura e complicata nonostante che sia “l’Europa” i tuoi parenti rimasti in Africa continuano a metterti pressioni.
Queste pressioni psicologiche continuano fino al punto, a volte, di sentirti colpevole della loro sofferenza. Allora finisci nelle campagne lavorando in mano alla criminalità organizzata dove guadagni 25 euro al giorno per poter mandare qualcosa alla famiglia. Oppure pulisci le strade o chiedi l’elemosina. In questo caso, senti un pò di meno il fardello sulle spalle. Ma ci sono anche quelli che finiscono peggio, nella droga, prostituzione ecc…
La determinazione di andare avanti deve essere più forte di qualsiasi cosa. Purtroppo molte volte sapere che i tuoi cari sono a “casa”, senza di te, e che contano sul tuo aiuto mette a dura prova tutta quella spinta che ti ha fatto attraversare il deserto e il mare. Tanti pensano di mollare, di buttare via tutto quel sacrificio, perché il peso del senso di colpa li schiaccia. Altri al contrario arrivano anche a rinnegare le proprie origini, a metterle da parte giusto il tempo di ritrovare almeno un po’ di quell’equilibrio perso durante i mille tragitti della speranza. Fortunatamente c’è chi riesce a vincere…ad arrivare a quel tanto agognato permesso di soggiorno, a quel lavoro tanto sudato che permette di ricucire il rapporto con quel padre, quel fratello a volte odiati a volte amati. Così tanto da non potersi perdonare la loro sofferenza, l’averli lasciati lì, dalla parte “sbagliata” del mondo. Nessuno è sbagliato, ma ognuno ha la sua storia e il suo passato. E, spero, ognuno potrà avere quel futuro tanto sognato, tanto desiderato. Migliore di come possa essere stato il passato.