Mi sono recato a Taranto in occasione della prima edizione del festival internazionale di poesia civile e contemporanea del mediterraneo in cui sono stato premiato con altri poeti e poetesse internazionali.
Taranto, una città che resiste con la Poesia come strumento di protesta e di denuncia. Nel quartiere tamburi, dietro l’ilva. «Chiedi alle polveri», il nome della manifestazione. Un titolo eloquente, quanto scomodo, per l’amministrazione comunale tarantina, che come al solito dovrebbe portare la voce degli ultimi ai media ma spesso tutto questo viene scordato.
La situazione tarantina è devastante, scuole inquinate e chiuse a causa delle polveri, poi riaperte dicendo che sia stata bonificata.
Oggi quando entri a Taranto la prima cosa che senti è l’odore del metallo, sicuramente ci fanno caso i tarantini stessi, è un odore a cui non ci si può abituare, una situazione vergognosa… I tarantini sono devastati ma allo stesso tempo umani, pensano ai 20.000 dipendenti dell’Ilva che oggi campano grazie a questa impresa, Come faranno queste persone senza l’ilva?
Purtroppo la situazione è straziante. Preferiscono spostare la città che l’ilva, i costi valgono più della vita dei cittadini.
Gli studenti disperati senza alternativa sono costretti ad andare a scuola in queste condizioni, impotenti, con la paura di manifestare per essere puniti dal decreto sicurezza… quando la democrazia uccide e opprime con leggi anticostituzionali per zittire la gente togliendo loro ogni diritto.
Le vite umane volano via tra le polveri. Bambini con i piedini neri a casa senza scarpe per le polveri dell’Ilva… L’ilva una questione di sopravvivenza o di morte… Il nuovo proprietario non ha nessuna intenzione di bonificare la fabbrica, e renderla un luogo sicuro per i tarantini.
Preferisce gli interessi personali che la vita delle persone nel silenzio totale dello stato e dell’amministrazione locale che combatte ogni iniziativa che potrà portare alla luce la situazione attuale della città.
E per chi se ne vuole andare ? Vendere una casa a Taranto è un incubo, ormai è impossibile, nessuno vuole stare lì, figuriamoci se qualcuno vuole venirci ad abitare da fuori.
Una città polverosa Taranto, il cielo grigio del quartiere tamburi mi faceva ricordare quando ero in Africa, le città polverose per mancanza d’asfalto. La differenza però è che quella polvere in Africa, non costerà la vita a tante persone.