Non accennano a placarsi le proteste tra i manifestanti di Hong Kong e la Cina. Una vicenda che ha radici storiche lontane.
Le proteste ad Hong Kong continuano da mesi. E non sembra che si fermeranno a breve. Le manifestazioni sono iniziate per opporsi alla riforma riguardo la legge sulle estradizioni: una proposta di emendamento, introdotta dall’amministrazione filo-cinese presieduta da Carrie Lam, che prevedeva l’estradizione delle persone accusate di reati gravi da Hong Kong alla Cina continentale. Con una preoccupazione da parte degli abitanti della regione: il possibile uso della legge che poteva causare violazione di diritti umani per gli oppositori politici di Hong Kong.
Storicamente i cittadini di Hong Kong godono infatti di maggiore libertà rispetto a quelli della Cina continentale. Questa maggiore libertà è dovuta al fatto che la regione per circa 150 anni è stata sotto il controllo del Regno Unito. Dal 1997, Hong Kong è passata ad essere una regione amministrativa speciale della Repubblica Popolare Cinese. Questo status è stabilito con un accordo tra Cina e Regno Unito. Hong Kong ha mantenuto le sue leggi e la Cina ha garantito una maggiore autonomia alla regione con uno schema detto “un stato, due sistemi” per 50 anni.
L’unità e la stabilità sono importanti per la Cina non solo per motivi politici ma anche economici. La Repubblica Popolare Cinese è stata fondata il primo di ottobre di 70 anni fa. Il Partito Comunista sta governando il paese dal 1949 e la Cina oggi è uno dei paesi economicamente più potenti del mondo ma la sua storia non era iniziata così.
Dalla fondazione dell’attuale stato cinese, sotto il Partito comunista, sono stati effettuati tentativi di collettivizzazione in campo agricolo. Nel 1958, il fondatore Mao Zedong lanciò “Il grande balzo in avanti” un piano economico e sociale per trasformare il paese, fino a quel momento fortemente dipendente dall’agricoltura. Gli sforzi per modernizzare e industrializzare la nazione sono stati fatti in una maniera caratteristica della politica comunista cinese durata fino al 1961. Lo sviluppo dell’agricoltura e dell’industria era mirato ad abbandonare il privato nella vita sociale e politica ma si è interrotto negli anni sessanta.
Dopo la morte di Mao nel 1976, Deng Xiaoping ha introdotto riforme economiche e politiche che dal 1978 permettono all’economia cinese di essere aperta al mercato. La Cina ha così ristabilito relazioni con gli Stati Uniti e il Giappone. Xiaoping si è dimesso all’indomani della protesta di piazza Tienanmen nel 1989 che ha fatto conoscere al mondo il deficit nel campo dei diritti umani e della libertà di espressione nel paese.
Dagli anni ‘90 la Cina è cresciuta economicamente ed ora rappresenta un nuovo fronte economico mondiale. Il 70° anniversario della fondazione è stato festeggiato con una grande parata nella piazza Tienanmen di Pechino. In quell’occasione il presidente Xi Jinping ha annunciato la “completa riunificazione” del paese facendo riferimento anche alla situazione di Hong Kong. In quelle ore però il mondo rilanciava la notizia di nuovi scontri in quella regione in seguito al perdurare delle proteste contro il governo e del grave ferimento di un ragazzo colpito dalla polizia.
In seguito a questi avvenimenti il governo di Hong Kong ha accelerato l’introduzione di misure di “emergenza” che vietano l’utilizzo di maschere o accessori per nascondere il volto dei manifestanti. Questa misura sembra un altro passo verso la perdita di quelle libertà di cui il popolo di Hong Kong godeva.