Capone & BungtBangt è un gruppo musicale nato nel 1999 da un idea di Maurizio Capone un percussionista e cantante sui generis. Fin dai primi anni 90, Capone collabora con tutta la scena militante di napoli (99 posse,Daniele Sepe,Almamegretta….)ma è protagonista già negli anni 80 nella scena vesuwave con il combo denominato 666. La formazione è composta da Maurizio Capone, Alessandro Paradiso, Enzo Falco e Salvatore Zannella. La particolarita del gruppo è l’uso di strumenti fatti con materiali riciclati.
Con la nascita del progetto BungtBangt Capone crea un sound nuovo e innovativo, mischiando la tradizione partenopea con il rap, raggamuffin e rock. Ma è lo spirito ambientalista che segna il passo: gli strumenti del gruppo sono autocostruiti e vengono utilizzati scarti di plastica, ferro e legno oppure pezzi di altra strumentazione non piu utilizzabili. Il concept dei BungtBangt quindi ha l’obbietivo di sensibilizzare il pubblico,e i giovanissimi in particolar modo, grazie anche a workshop nelle scuole curati da Maurizio, ad uso e riciclo consapevole dei prodotti che fanno parte della nostra quotidianità senza rinunciare ad una critica costruttiva al sistema del consumo iperveloce e alla produzione massiccia, tante volte anche inutile, di prodotti apparentemente utili alla vita moderna. Inoltre gli artisti del bungtbangt attraverso la musica, provano a lanciare un messaggio forte per rinfrescare la memoria del popolo italiano e non è un caso che uno degli ultimi brani è intitolato “WhiteBlack”, riaccendere la memoria per illuminare il presente. È un titolo dedicato ai nostri nonni o bisnonni per alcuni che emigrarono negli USA dall’Italia negli anni in cui la fame li spinse a cercare fortuna oltreoceano. Il titolo della canzone è preso da uno dei tanti nomignoli utilizzati per offenderli,chiamandoli “bianchi neri”. Venivano associati agli ex schiavi africani. Uno spunto per riflettere sull’assurdo attegiamento di chiusura e disprezzo verso gli odierni migranti e su come in modo inspiegabile cambiano le valutazioni e la percezione dei problemi quando riguardano gli altri, dichiara Maurizio Capone.
In stile old school rap il brano è stato prodotto in collaborazione con D-ROSS(Luche, Fabri Fibra, Gue Pequeno, Franco Rcciardi e Marracash). La maggior parte dei suoni sono generati da oggetti che si trovavano all’interno dello studio durante le registrazioni. La porta dello studio stesso diventa rullante, il bracciolo della poltrona , le bottigliette del caffè da asporto riciclate e naturalmente la strumentazione tipica della band come la scopa elettrica, lo scatolophon, la buatteria, solo per citarne alcuni. Un sound che si fonde con la voce di Maurizio Capone che scrive un testo in Italiano, Napoletano ed Inglese carico di ironia e sarcasmo.
“È il momento di esporsi, di dire quello che si pensa per aiutarci a non commettere degli errori gravi e disumani. Gli italiani sono un popolo migrante,che è riuscito a sopravvivere grazie alle sue migrazioni, non possiamo impedire che altri facciano lo stesso. La memoria è molto importante, anche le parole sono importanti perciò ho scelto WhiteBlack come titolo del nuovo brano,una parola che veniva utilizzata per offendere gli emigranti italiani e che oggi vogliamo prendere come simbolo di fratellanza tra Africa e Italiani”.[Maurizio Capone]