Sono queste le due parole che possono simboleggiare il momento in cui ci troviamo. L’odio genera paura e la paura ci blocca ,ci paralizza. Roma brucia. Si , brucia .
“La Pecora Elettrica “ e il “Baraka Bistrot” sono stati incendiati nell’arco di 3/4 giorni.
La “Pecora Elettrica” , libreria antifascista a Centocelle , tra la notte del 5 e 6 novembre è stata colpita da un incendio doloso per la seconda volta consecutiva in poco meno di un anno, la prima fu il 25 aprile; e dopo 7 mesi di preparativi e una raccolta fondi per rimettere in piedi di nuovo la libreria di quasi 50.000 euro, la notte prima dell’inaugurazione viene colpita ancora una volta.
Diverso il destino anche se non del tutto per il “Baraka Bistrot” ,che viene incendiato per il semplice fatto che il proprietario abbia espresso solidarietà per la libreria vicina.
Ora io non sono un detective e non mi interessa chi sia stato ad incendiare, non solo questi due locali, ma anche altri nei mesi precedenti, a me interessa il fatto che noi cittadini davanti a situazioni gravi del genere, che siano provocati da organizzazioni fasciste o neofasciste, o se sono membri della malavita che fanno di tutto per controllare il territorio , non reagiamo , non siamo uniti. Sì , vi è stata una sfilata accompagnata dalle note di “Bella Ciao” e da striscioni appesi , ma la canzone è finita , gli striscioni sono stati strappati , e le persone che sfilavano sono tornate a casa , l’unica cosa che è rimasta per strada a Centocelle, e non solo, è la paura.
La paura viene combattuta , con unione e amore per poter distruggere questo scempio di separazione e odio .
Annoto un altro attentato accaduto recentemente nel veronese ai danni dello street artist “CIBO”, che dopo diverse minacce e atti intimidatori , dei membri dell’estrema destra di Verona hanno fatto saltare con una bomba carta la sua macchina.
Preciso anche il fatto che l’arte di “CIBO” consiste nel cancellare dai muri croci celtiche e svastiche coprendole con la sua arte innovativa disegnando appunto cibo come pizze antifasciste , torte ed altri alimenti sui muri di Verona.
Concludo
sperando che questo buio finisca e che tornino momenti di pace e tranquillità ,
condividendo con voi una poesia di Giuseppe Ungaretti dove si rivolge
al uomo che odia il suo simile e distrugge la natura circostante , temi assolutamente contemporanei.
“Non gridate più”
“Cessate di uccidere i morti non gridate più, non gridate se li volete ancora udire,
se sperate di non perire.
Hanno l’ impercettibile sussurro,
non fanno più rumore
del crescere dell’ erba ,
lieta dove non passa l’uomo.”
[G .Ungaretti]