G5 Sahel: Macron Babbo Natale sta arrivando!
Emmanuel Macron annuncia che molto presto i mezzi saranno messi a disposizione dei paesi del G5 sahel per, finalmente, affrontare la minaccia jihadista!
Più il dubbio e lo scetticismo si installano sull’impegno reale dei paesi del nord a sostenere il G5 per combattere il terrorismo, più Parigi moltiplica le promesse e gli impegni. In chiaro, la diplomazia del megafono, gli effetti delle maniche per creare ancora illusioni in questo grande mercato di boccaloni.
Ricordate questa offerta Franco-tedesca volta ad ampliare il perimetro di sicurezza per affrontare la minaccia terroristica nel sahel ? Includendo fra l’altro anche i paesi membri del G5 Sahel, alcuni paesi come il Senegal, la Costa d’ Avorio e il Ghana.
Un’offerta che illustra il fallimento lampante e clamoroso di un approccio strategico e di una visione ristretta in materia di lotta contro il terrorismo.
Gli obiettivi di questo nuovo approccio restano sfumati, imprecisi. E come se servisse per tagliare meglio le loro pecore, (coloro che credono che sono loro che verranno a salvarci) con un pò di anestetico, il ministro francese della difesa dichiara che molto presto, i distacchi di forze speciali europee integreranno gli eserciti locali per rintracciare i jihadisti .
La Francia non ha mai preso in considerazione la dimensione transfrontaliera del terrorismo. Ha definito i suoi obiettivi strategici e i suoi interessi in base ad una visione coloniale di rafforzamento della sua posizione nel suo pre-carre che va dal Mali al Niger, passando per il Ciad, il Burkina-Faso, la Mauritania, il Senegal. Per questo motivo, ha imbeccato per escludere l’Algeria che rimane un pilastro essenziale in questa lotta contro il terrorismo.
D’altro canto, ha coinvolto l’Unione Europea, soprattutto la Germania, per aiutarlo a garantire la presa in carico del costo estremamente elevato di questa presenza, in mancanza di aver fallito a metterlo sotto il comando della minusma La quale dispone di ampi margini di manovra a causa della forte riluttanza americana.
Inoltre, Parigi ha sempre privilegiato l’aspetto sicuro a scapito di un approccio olistico che tiene conto degli interessi dei paesi del G5. La Francia è più preoccupata per rafforzare le sue posizioni e la sua influenza in un contesto di concorrenza feroce e implacabile per il controllo delle risorse Minerarie, naturali ed energetiche, che sostenere gli stati del Sahel ad avere il controllo politico di questa lotta.
