E’ ORA DI SCIOGLIERE FRATELLI D’ITALIA

Sì è vero, è finalmente arrivato l’ora di sciogliere il cosiddetto partito “Fratelli d’Italia” Un’organizzazione neofascista, che opera sotto la maschera della legalità come un punto di riferimento per estremisti di destra, per portare avanti la loro visione di società. Una visione, che ci è costata, una guerra mondiale, la morte di più di 6 milioni d’ebrei e l’intervento degli alleati da l’altra parte dell’atlantico, per sconfiggere, un’idea, marcia, che nel XXI°secolo non ha proprio diritto di esistere né tanto meno occupare uno spazio mediatico-politico pubblico.

    Per l’art.49 della Costituzione italiana, quella nata dalla resistenza, i partiti sono le associazioni che di diritto spettano ai cittadini per associarsi liberamente e per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale. Tutto questo, rispettando l’ordinamento giuridico, che viene espresso e architettonicamente costruito dalla stessa Costituzione. Per questo motivo principale e importante, dobbiamo sciogliere il partito, chiudere tutte le sue strutture presenti sul territorio ed espellere i suoi membri dal Parlamento italiano. Un’entità politica, che una dopo l’altra, ci dice ad alta voce che non ha nessun rispetto per i diritti e le libertà garantiti e tutelati dalla Costituzione della Repubblica non dovrebbe in nessun caso e modo godersi, e lasciato di consentire e di operare nella sfera pubblica. Ma poi, non sono i diritti garantiti, sotto forma della protezione della persona fisica, agli italiani che li fa arrabbiare, anzi per una partito che dice “prima gli italiani”,ma sono gli stessi diritti che l’ordinamento giuridico equipara e di cui garantisce la tutela, senza fare nessuna distinzione razziale, ma con pari dignità sociale, pure agli stranieri, che fa rabbrividire i membri di Fratelli d’Italia, a partire dalla sua dirigenza!

    Il partito di Giorgia Meloni, con il suo mancato adempimento agli obblighi costituzionali assunti, nel praticare il loro metodo di fare “politica”, si è esposto per rivelare di che cosa è composto. E’ accaduto proprio l’altra settimana a Bologna. Una totale schedatura razziale di tipo nazi-fascista degli anni ‘30. La DIGOS della Questura di Bologna ha acquisito il materiale video pubblicato su Facebook, e poi rimosso, dal deputato GALEAZZO BIGNAMI, ex Forza Italia passato a Fratelli d’Italia, e dal consigliere comunale MARCO LISEI, pure lui ex Forza Italia passato a Fratelli d’Italia, nella quale i due “politici”, con l’intento di far vedere la teoria dell’invasione straniera e la sostituzione etnica del popolo italiano, teorie e bufale spesso utilizzate da ambienti delle destra odierna, passavano in rassegna nomi e cognomi di famiglie di origine straniera, ma attualmente cittadini italiani, sui citofoni delle case popolari a Bologna. Cioè famiglie con cognomi stranieri, con la cittadinanza italiana, che erano e sono tutt’ora legittimi assegnatari delle case ACER gestiti dalla Regione Emiglie-Romagna, nel video vengono inquadrati i loro citofoni e letti ad alta voce i nomi, per far passare l’idea e il messaggio, che nell’Italia costruita con il sacrificio dei nostri nonni (senza considerare che durante questa fase c’erano pure persone che hanno lottato e combattuto per la stessa Italia, che non erano di pura razza come piace definirli ai soggetti della destra di oggi) a usufruirne oggi sono gli stranieri, persone che vengono dall’altra parte del mondo, che secondo loro non dovrebbero avere nessuna dignità umana di vivere nella società.

    La segnalazione del tema della violazione della privacy, al Garante della Privacy, partito della sottosegretaria Alessia Morani del Partito Democratico e con un’interrogazione parlamentare diretta al Ministro degli Interni Luciana Lamorgese, del video nel quale si mostrava tutto: indirizzo, numero civico, l’elenco dei nomi degli inquilini stranieri, con tanto di inquadratura dei campanelli e si sentivano persino i due “politici” dire che: “Ci diranno che stiamo violando la Privacy, ma non ce ne frega assolutamente niente. Perchè se stai in un alloggio popolare e c’è il tuo nome sul campanello, bisogna che ti metta nell’ottica che puoi qualcuno può andare a vedere” con la retorica del Paese costruito dai nostri nonni ma a goderci sono gli stranieri: tratta ovviamente di una mega bufala!!

    Partiamo intanto smantellando la bufala di Fratelli d’Italia sulle case popolari a Bologna: come spiega Alessandro Alberani, il presidente dell’ACER, attualmente il 78,95% degli assegnatari dei 28 mila edifici di edilizia pubblica sono italiani autoctoni e manco italiani naturalizzati.Una notizia che calmerà il fronte del “prima gli italiani” e “ci stanno etnicamente sostituendo”. Quindi nessun assedio da parte degli stranieri; anche perché per ottenere una casa popolare bisogna avere la residenza da almeno cinque anni sul territorio del Comune nella quale si fa la domanda. E puoi vengono analizzati, richiesti e visti un sacco di fattori: fra qui l’ISEE e i componenti del nucleo familiare. In secondo luogo c’è da sottolineare che un conto sono le domande presentate un altro sono gli alloggi effettivamente assegnati. Ed è vero che i cittadini stranieri presenti sul territorio fanno più richiesta, presentando la domanda all’amministrazione pubblica, ma la spiegazione è semplice: gli stranieri in Italia anche se producono 10% della ricchezza PIL a confronto dei loro omologhi italiani hanno un reddito più basso, a differenza degli italiani la percentuale degli stranieri con una casa di proprietà è molto più bassa, cosi come non dispongono di una rete famigliare in grado di aiutarli quando sono in difficoltà. E puoi non c’è nessun e alcun “sopruso” nell’assegnare un alloggio popolare a una famiglia straniera, che risiede regolarmente sul territorio, lavorando con fatica (nonostante tutti gli abusi fisici e legali che subiscono) ma non riescono a procurarsi una casa oppure pagare un affitto degno.Del resto è la Costituzione a stabilire all’art.3 che nella Repubblica italiana tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni sociali e personali. 

    Ecco invece di chiedersi come mai ci sono così tanti stranieri (tra l’altro da sottolineare il numero reale è molto più basso di quello che vorrebbero far credere) che fanno richiesta oppure risiedono negli alloggi popolari, Fratelli d’Italia potrebbe interrogarsi sul perché e come mai, i cittadini stranieri che sono quasi il 7,6% della popolazione e producono il 10% della ricchezza nazionale, che è uno dei motivi cardinali per il sentimento dei fascistelli di Fratelli d’Italia, di fierezza nazionale e sovranista, siano mediamente poveri e non dispongono gli strumenti e i mezzi adatti per essere proprietari di una casa dove condurre la loro vita con dignità. Voglio dire alla fine sono stati eletti come parlamentari per condurre tramite il sistema legislativo, norme e politiche, finalizzate a migliorare la vita odierna di tutti i cittadini, si anche quelli degli stranieri, che li sostengono e pagano la loro daria mensile da onorevoli con le tasse che versano ogni giorno allo Stato.

    Ecco mentre, loro (Fratelli d’Italia) analizza questo tema, noi mobilitiamoci nelle piazza, dentro le mura del potere, per soddisfare i requisiti necessari affinché un partito di chiara tradizione e erede fascista sia espulso dalle istituzioni della Repubblica.

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