Oggi durante la recita di Natale dell’asilo di mio figlio maggiore, quando ero lì, seduta vicino a mio marito e altri genitori, mi sono sentita molto sconvolta, nell’animo. Mi è venuto da piangere perché non riesco a smettere di pensare alla copia di genitori che lo scorso sabato in un ospedale a Sondrio (una delle provincie dove la Lega è il primo partito) hanno ricevuto la notizia che la loro piccolina di soli 5 messi era morta, che non esisteva più, che non riusciranno ad abbracciarla né baciarla, non sapranno quale sarebbe stata la sua prima parola, né assistere mai alla sua recita di Natale, come stavo facendo io.
Come mamma al solo pensare che quel piccolo essere che hai messo al mondo può morire, mi vengono i brividi, un dolore che non riesco neanche a spiegare, una voglia di urlare, sarebbe un incubo per tutti ed è una cosa che non vorrei passasse nessuno. Il mio pensiero naif è che questo lo pensasse qualsiasi persona, ma con rammarico scopro che oggi nell’Italia del 2019, ci sono “sacchi di carne, ossa e sangue” che hanno in testa che solo se sei “bianco” e di genitori italiani puoi soffrire a voce alta, e in più sembra che qualcuno pensi che i figli degli stranieri sono scartabili. Non ripeterò qui i spaventosi insulti fatti a questa famiglia, perché questi insulti sono stati fatti perché diversi, perché neri, perché stranieri, una famiglia di origine nigeriana attaccata da quello che non può non essere definito come becero razzismo. Una volta ancora la mancanza di empatia, di amore del prossimo, di umanità, si è fatto sentire. Questo è il risultato delle campagne d’odio che diversi partiti, promuovono tra i cittadini. Sfortunatamente le sue premesse, che sembrano arrivare dal ventennio fascista, succedono perché ci sono delle persone che ci credono, che non mollano le loro idee retrograde, che non si meritano neanche di essere chiamate bestie, perché anche le bestie hanno sentimenti e praticano la solidarietà.
Ma c’è un’altra componente sconcertante. Il silenzio che passa per assenso: delle 20 persone presenti solo un paio hanno reagito. Quello che preoccupa di più sono quelli che hanno taciuto, quelli che sono stati lì ad ascoltare come si insultava il dolore di una mamma. Probabilmente la stessa gente che si reca a messa tutte le domeniche e non si rende conto che anche il Papa è un immigrato.
Il cuore fa male, fa male davvero, e vorrei trovare questa mamma e abbracciarla forte, forte, urlare a chi si è permesso di dire qualsiasi cosa che non fosse una parola di conforto. Vorrei essere lì a cacciare tutti via, questo è quello che tutti dovremmo sentire, e anche vergogna per chi non ha detto una parola per difenderla, siete squallidi, tiepidi, citando mia nonna “tienen atole en las venas”, che è come dire che “non scorre sangue nelle tue vene”. Adesso a salvarmi dalla mia esaltazione è il suono della radio che trasmette one Love di Bob Marley e mi viene di chiedervi di stringerci forti l’un l’altro, come essere umani, aiutiamoci a vicenda, ci vuole un vero cambiamento perché nella guerra per recuperare l’umanità bisogna mettercela tutta per combattere l’odio, l’apatia, l’ intolleranza e l’omertà.