Nei campi di detenzione libici c’è una bomba pronta ad esplodere.

La commissione nazionale dei diritti dell’uomo in Libia ha chiamato, venerdì 20 marzo, le autorità libiche e la comunità internazionale ad agire per chiudere i centri di detenzione dei migranti in Libia a causa del Coronavirus che oramai sta uccidendo migliaia di persone nel mondo.
Tutti i migranti che tentato la traversata del mediterraneo senza però riuscirci, vengono tutti quanti intercettati dalla guardia costiera Libica e riportati nei centri di detenzione dove le condizioni di vita sono veramente al limite della sopportazione e disumane.
Secondo l’agenzia dell’ONU, nel mese di gennaio quasi 1040 migranti sono stati intercettati dalle guardie costiere Libiche nel mediterraneo nel tentativo di raggiungere le coste Europee e riportati nei centri di detenzione in Libia.

Secondo Walid Elhouderi, responsabile della commissione nazionale Libica per i diritti dell’uomo, questa situazione è inaccettabile, sopratutto con la crisi del coronavirus: “anche se questi campi di detenzione rappresentano solo il 5 per cento della popolazione migrante in Libia, sappiamo benissimo che questa gente detenuta all’interno non ha nessuna chance di sopravvivere. Stiamo aspettando una catastrofe annunciata mai visa nella storia. La commissione nazionale Libica deve assumersi tutta la responsabilità di quanto succederà, insieme con la direzione dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati. Anche i governi locali, e le autorità delle milizie che fanno di tutto per creare e mantenere la situazione barbaramente, visto che è molto fruttuosa per loro che fanno traffici di ogni tipo nei propri guadagni senza scrupoli. A partire da ora, evidentemente ci si deve prendere le proprie responsabilita su quello che succederà”.

Il responsabile della commissione Libica dei diritti dell’uomo, Walid Elhouderi lancia un’appello alla communita internazionale: “ deve assolutamente reagire. Questa gente deve essere assolutamente aiutata. Questi campi di concentramenti della morte devono essere chiusi e la gente detenuta all’interno deve essere aiutata per ritornare nei loro paesi di origine, oppure aiutare alcuni di loro ad avere la protezione in Europa secondo le leggi e la convenzione di cui tutti noi, siamo a conoscenza.” 

Non sfuggirà che, se una persona dovesse essere contagiata all’interno dei campi di detenzione libici, l’effetto sarà simile all’esplosione di una bomba. Senza contare che, uno degli ospedali che cura i malati di Covid, è stato bombardato dalle forze di Haftar. La bomba epidemiologica, ma non solo è quindi pronta ad esplodere se non verranno ascoltate le grida d’aiuto di Elhouderi. 

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