Turchia e Covid19

Il numero dei contagiati è di circa 3milioni in tutto il mondo. Solo negli Stati Uniti questi sono quasi 1millione. I paesi più colpiti sono nell’ordine Spagna, Italia, Francia e Germania con circa 200mila contagi ciascuno. Il numero dei malati per coronavirus cala in Italia e il numero giornaliero dei guariti continua ad aumentare. Per la Spagna il numero dei deceduti scende significativamente nel mese di aprile mentre il lockdown è stato esteso almeno fino al 9 Maggio.

Ormai sappiamo tutti come possiamo evitare i contagi e che un piccolo “sforzo” come stare a casa fa una grandissima differenza per la nostra lotta contro il virus. Abbiamo, invece, tante domande sulla durata di questa emergenza, come cambieranno le nostre vite una volta tornati alla vita quotidiana e come agiranno gli stati per proteggere tutti i cittadini anche economicamente.

Visto che questa emergenza è nuova per tutti, anche per i nostri politici, credo che al momento sia inutile fare polemiche sulle prime decisioni prese dai singoli stati. Nonostante tutto, oggi, la gran parte dei singoli paesi investe quello che può per rinforzare il sistema sanitario e pensa a misure economiche per supportare i propri cittadini. Se una crisi economica sarà inevitabile alla fine di questa emergenza, questa sarà una crisi diversa da quella del 2008, come sottolineano gli esperti di tutto il mondo.

Sembra, quindi, che la tendenza di tutti gli stati sia quella di proteggere in primis la salute di tutte le persone e ciò sta portando ad un blocco mondiale delle principali attività economiche. Per questo tutti gli stati stanno organizzando massicce iniziative di sostegno economico ai singoli cittadini e famiglie per essere pronti a riprendere il lavoro non appena possibile. Questa potrebbe essere la chiave che permetterà ai singoli paesi di rimanere in piedi e riprendere la propria capacità economica nel breve tempo possibile.

In controtendenza a questo modo di procedere sembra posizionarsi la Turchia che rispetto alla maggior parte degli altri paesi sembra prendere decisioni più lentamente. Secondo le dichiarazioni delle autorità turche, i primi casi di coronavirus sarebbero apparsi l’11 Marzo mentre in tutto il mondo e anche in grande parte dei paesi confinati si stava già lottando contro il Covid-19. La Turchia sembrava essere quindi uno dei paesi più “fortunati” fino a quel momento. La situazione sembra però essere velocemente cambiata e ad oggi si registrano circa 100mila contagi. Il governo ha messo in atto un “aiuto sociale”, una tantum, di mille lire turche, circa 140 euro, a sostegno delle persone più bisognose e altri piccoli contributi come una partecipazione al pagamento di bollette dell’energia elettrica.

Ad oggi è stato imposto il divieto di uscire dalle proprie case per le persone di oltre 65 anni e sotto 20 anni, e sono state chiuse tutte le attività commerciali come bar, ristoranti, caffè, oltre alle scuole, università e moschee. E’ iniziato la distribuzione gratuita, attraverso le farmacie, delle mascherine per chi non fa parte del divieto di uscire. Mentre l’emergenza continua, il governo viene criticato di essere concentrato al sostentamento delle grandi aziende lasciando in dietro i bisogni delle singole persone. Da un paio di settimane, il divieto di uscire vale per tutti, escluse alcune categorie lavorative, durante il fine settimana. Per questa settimana, invece, è stato formulato un diviieto di 4 giorni durante la Festa della sovranità nazionale e dei bambini che rappresenta i cento anni di del Parlamento turco.

Il popolo turco lamenta una comunicazione dell’emergenza da parte dello stato poco chiara e precisa. Gli anziani all’introduzione del divieto di muoversi di casa si sono sentiti come i colpevoli del diffondersi della malattia, alcune classi di lavoratori si sentono invisibili in quanto continuano a lavorare anche durante il divieto. Inoltre c’è la percezione che i numeri divulgati riguardanti malati, guarigioni e soprattutto i morti, non siano del tutto attendibili. Viene chiesto allo stato di aumentare il numero tamponi effettuati per avere dei numeri più precisi e evitare ulteriori contagi.

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