In pieno periodo di pandemia, la Francia continua a riportare indietro i migranti giunti sul suo territorio da quello Italiano, un’altra battaglia al fronte, sempre giocata sulla pelle dei migranti. Questi ultimi sono accompagnati dalle autorità Francesi fino alla città di Ventimiglia alla frontiera con L’Italia, dove non c’è più possibilità di prendersi cura di loro per via della mancanza delle associazioni che sono oramai impegnate negli aiuti per fronteggiare l’epidemia del virus COVID-19. Il problema più grave è che vengono riportati in una delle regioni più colpite del mondo senza essere controllati; neanche lo stato di salute primaria viene garantito, tale il controllo della febbre attraverso delle telecamere termiche come dovrebbe funzionare normalmente nei paesi Europei. I migranti sono portati con forza dalla polizia Francese alla frontiera del paese più vicino geograficamente, dove vengono lasciati e obbligati a proseguire a piedi per entrare in Italia.Sabato 21 marzo, il sindaco della città di Ventimiglia aveva allertato i media riguardo questa situazione; il signor Gaetano Scullino ha lasciato intendere che: “ i migranti riportati indietro dalla Francia, entrano nella città di Ventimiglia senza essere controllati dai servizi sanitari e sopratutto non sappiamo se sono positivi come noi” secondo quanto riportato dal giornale “il fatto quotidiano”.
Una degli inviati in missione di osservazione al confine Franco-Italiano “Agnès Lorolle”, fra le tante associazioni come ad esempio ( Amnesty international France, la cimade, medici del mondo, medici senza frontiere e la caritas Cattolica France), ha indicato ai giornalisti di infomigrants che “lunedi 16 marzo, due migranti sono stati di nuovo riportati indietro al confine Italiano”. “Altri rimpatri sono successi senza che lo sapessimo visto che l’associazione Italiana (Kesha Niya) presente al confine per dare dei pasti caldi ai migranti non ha più il diritto di esserci. Una volta i volontari hanno provato ad andarci ma si sono ritrovati di fronte alla polizia Italiana” ha aggiunto Agnès. Inoltre L’osservatrice ha dichiarato che da martedì 17 marzo, gli osservatori non sono piu informati dei rimpatri al confine Franco-Italiano.
Per avere un po di spiegazioni e di chiarezza sulla situazione,infomigrants ha contattato la prefettura della alpi-marittime in Francia; la prefettura rifiuta il termine “espulsione”. “Non si tratta di una procedura di espulsione, ma di una semplice procedura di inammissibilità sul territorio nazionale Francese”. “ Tutti soggetti stranieri che tentano di raggiungere il territorio Francese senza un motivo valido e legittimo devono essere rifiutati dalle autorità”, precisano nella conversazione telefonica.
Prima di essere espulsi in Italia, i migranti vengono rinchiusi in 10 in una piccola cella di 10 m2; questi ultimi sono riportati in Italia nella regione più colpita al mondo dal CORONAVIRUS aumentando cosi il rischio di contagio del virus, dove sono già morte più di 6000 persone. Alcune associazioni Francesi denunciano la mancanza totale delle condizioni igieniche nei posti dove sono detenuti i migranti prima dell’espulsione verso l’Italia.