Sono passate due settimane: i maliani non si sono arresi allo scudo della NATO e della Francia che oggi circondano e proteggono il Presidente della Repubblica.
Ieri, i manifestanti si sono recati davanti all’Assemblea Nazionale, camera bassa del Parlamento, dando fuoco alla camera e cacciando i parlamentari.
Gli stessi Parlamentari eletti due mesi prima attraverso frodi elettorali. Un segnale forte, per dimostrare che il popolo non accetta più questo tipo di ingiustizie.
I manifestanti marciano verso il palazzo presidenziale per consegnare una lettera di dimissioni al Presidente della Repubblica, una possibilità che la costituzione del Mali dà alla popolazione per terminare in anticipo la legislatura.
La marcia è stata repressa e la polizia ha sparato sui manifestanti, di cui due sono rimasti uccisi da colpi d’arma a fuoco e tanti feriti.
La 38ª persona caduta sotto i proiettili repressivi di un regime assetato di sangue che, negli ultimi quindici giorni, sta cercando di bloccare con le armi la manifestazione del popolo che chiede le dimissioni del presidente della repubblica.
Dopodiché ha inizio la caccia ai giornalisti, ai militanti ed a esponenti politici.
L’alleanza della sinistra Africana (ALNEF) denuncia l’ingerenza degli occidentali negli affari interni maliani.
Sappiamo essere questo un crimine internazionale e ancora una volta ci troviamo di fronte allo scudo occidentale che cerca di fermare la rivoluzione di un popolo che sta soffrendo una guerra che dura da 10 anni.
La Francia, dal canto suo, continua a diffamare il popolo maliano anti-francese presso le istituzioni internazionali.
No, non siamo anti-francesi, siamo contro il sistema dell’oligarchia politica francese e del gioco internazionale sul suolo maliano che da anni procede con guerre pilotate…
Un regime che utilizza le istituzioni per la protezione e la difesa dei cittadini come un apparato repressivo che non esita a sparare sulla popolazione disarmata, finisce per essere abbandonato nella “pattumiera della storia”.
Tutto si svolge nel totale silenzio della comunità internazionale.