Crisi Umanitaria nel campo di Moria

La maledizione degli incendi non finisce più sul campo per migranti e rifugiati di Moria, sull’isola di Lesbos in Grecia. Il più grande campo d’Europa che ospita più di 12 mila persone in cerca del loro futuro, “una vita migliore”. Qualche mese fa lo stesso campo aveva preso fuoco e una parte è rimasta bruciata ed alcune persone avevano perso la vita. Il rogo ha fatto il suo ritorno fra la notte di martedi e mercoledì e anche mercoledì sera devastando totalmente il campo provocando cosi una grave crisi Umanitaria. Secondo un articolo scritto dal giornale infomigrant, sull’isola di Lesbos dove il campo di Moria è stato devastato da più incendi fra la notte di martedì e mercoledì e di nuovo mercoledì sera, alcune decine di migliaia di persone migranti aspettavano giovedi 10 settembre l’arrivo degli aiuti umanitari. Al bordo della strada che collega il campo al porto di Mitilene, le persone hanno fatto una lunga coda di attesa di tre km. Alcuni di loro sono riusciti a portare con loro le cose personali mentre la maggior parte sopratutto le famiglie non hanno più nulla e hanno passato la notte dormendo a terra. Tanti altri di loro hanno trovato rifugio fra le tombe di un cimitero ortodossa, ha twittato una giornalista. Anche nei campi di oliva nei dintorni del campo, si osservano alcuni sfollati che dormono.

Il Ministro Greco delle Migrazioni, Notis Mitarachi ha sottolineato che nessuna “vittima è stata segnalata” e saluta il pronto intervento dei pompieri e poliziotti e riconosce che almeno 3500 persone sono rimaste senza tetto. Continuando nelle sue dichiarazioni, Notis ha fatto sapere che lo stato Greco prenderà delle misure di urgenza per far trasferire circa mille persone vulnerabili su un traghetto al porto di Mytilene il capoluogo dell’isola.

Nella disperazione di trovare alloggi idonei per le persone in estrema difficoltà, alcuni abitanti e autorità locali hanno trovato il coraggio di opporsi all’installazione di tende provvisorie al di fuori del campo. In una testimonianza, il vice ministro Yiorgos Koumoutsakos ha lasciato intendere di andare incontro a delle estreme difficoltà nel trovare una soluzione a questa situazione visto l’opposizione delle autorità locali; le autorità locali si oppongono perché sono anche preoccupati che gli sfollati possano contagiare la popolazione visto che 35 di loro erano stati testati positivi al coronavirus qualche tempo prima dell’incendio.

La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen ha sottolineato in un comunicato che l’EU si “teneva pronto ad aiutare”. Infatti la Commissione ha annunciato il trasferimento di 400 bambini e adolescenti verso la Grecia continentale. Non basta ovviamente.

La presidente Greca Katerina Sakellaropoulou ha fatto un appello all’UE di “non chiudere gli occhi”. I “rifugiati e l’immigrazione sono prima di tutto un problema Europeo”, ha aggiunto in un comunicato.

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