Il 20/07/2020, un’altra donna straniera è stata brutalmente assassinata dal suo “compagno” in Italia. La sorella piange e scrive sui social media: “ E’ andata ad inseguire la sua stella e non è più tornata”.
Manuela de Cassia, brasiliana, donna transgender, immigrata. La sua vita è stata presa da 85 pugnalate, con l’intenzione da parte del suo assassino di massacrare anche la sua storia, aprendo il gas in cucina per simulare una morte accidentale per esplosione. Come hanno definito gli stessi investigatori della polizia: una brutalità impressionante.
Anche se non ci sono conclusioni sulla motivazione della sua morte, proprio come Manuela molte altre persone soffrono in Italia, Paese con il più alto tasso di discriminazione in Europa (Rapporto pubblicato dall’Agenzia europea per i diritti fondamentali – FRA, 2019).
D’accordo con i dati di Arcigay, ogni anno più di 100 persone subiscono abusi a causa del loro orientamento sessuale o identità di genere. Inoltre i numeri dei dati non riflettono la realtà effettiva del problema, in quanto basati soltanto sulle denunce fatte o sugli avvenimenti segnalati che hanno raggiunto le forze dell’ordine ed i mass media. In generale, molte persone preferiscono non denunciare apertamente casi di violenza, il che rende difficile avere un’idea più affidabile della reale situazione di vulnerabilità di queste persone.
Secondo il rapporto annuale “Eures: femminicidio e violenza di genere in Italia”, sono aumentate anche le denunce di violenza sessuale (+ 5,4%), persecuzioni (+ 4,4%) e abusi familiari (+ 11,7%).
I femminicidi commessi nella famiglia o nella sfera affettiva sono quelli che sono aumentati maggiormente nel 2018. All’interno delle mura di casa, l’85% delle donne è stata aggredita dai partner. Nel 2019, oltre 90 donne sono state uccise in Italia da un familiare o un conoscente, il 20% delle vittime erano straniere.
Il 29 giugno è stata data continuità alla proposta di legge anti-omotransfobia che cerca di estendere i crimini d’odio all’orientamento sessuale e all’identità di genere e punisce fino a quattro anni di reclusione coloro che discriminano. Oltre alla transfobia, verrà punita anche la misoginia.
Dopo 25 anni di dibattiti, sei tentativi parlamentari, la legge contro l’omotransfobia è pronta per essere approvata alla Camera. Un testo snello che si espande sull’attuale “legge Mancino”, che già punisce i crimini di “odio” per motivi razziali, etnici, religiosi o di nazionalità, tra cui orientamento e identità sessuale e di genere. Con la nuova legge, coloro che discriminano le persone gay e transgender rischiano fino a quattro anni.
La novità di questo testo, tuttavia, rispetto alle precedenti legge, è l’introduzione del crimine di “misoginia”, cioè dell’odio contro le donne. Se la legge verrà approvata, ai due articoli del codice penale, 604 bis e 604 ter, della legge Mancino, che puniscono con precisione i discorsi d’odio per discriminazione razziale, etnica e religiosa, verranno aggiunti come reati la discriminazione basata sull’identità di genere e violenza.
Chiediamo GIUSTIZIA per tutte le Manuele brutalmente e quotidianamente assassinate da questo sistema che stermina le vite di migliaia di donne. Che sono vittime di pregiudizi, odio, discriminazione, educazione e di sistemi patriarcali e sessisti che opprimono e permettono che vite come la sua vengano violentemente interrotte. A tutte le persone che soffrono per l’assenza di Manuela, i nostri sentimenti in solidarietà.
Testo scritto in collaborazione con Andressa Lopes (CABE- Portogallo)