LE MANIFESTAZIONI A VARSAVIA CONTRO IL DIVIETO DI ABORTO.
Se umano significa maschio, siamo di fronte ad un chiaro segnale di sessismo indice dell’esistenza di un mondo in cui le vite delle donne contano meno delle vite umane per l’appunto. La pratica di escludere le donne dai contesti decisionali è il metodo più efficiente per mettere ai margini le esperienze di vita e le prospettive della parte femminile del mondo. La politica per come è praticata oggi non è un ambiente favorevole alle donne, ci troviamo di fronte all’ennesima esperienza in cui i sistemi politici costruiti, non tengono conto delle problematiche di genere.
Quando la giurisdizione impone le sue regole senza aver indossato le lenti di genere, giustificandosi tramite la Costituzione, ci troviamo di fronte al tracollo del sistema che tutela la vita delle persone.
In queste ore a Varsavia migliaia di donne si sono riversate nelle piazze e nelle vie per manifestare contro la legge che vieta l’aborto soprattutto nel caso in cui il feto possa essere deformato. Secondo alcuni dati nel 2019 in Polonia si sono registrati 1110 aborti, di cui 1074 causati da patologie e malformazioni del feto. In questo paese che si professa cattolico per eccellenza non c’è via di scampo per le proprie libertà e i propri diritti. Mesi fa abbiamo assistito al ripudio nei confronti della comunità LGBT dichiarando varie zone “libere” dallo scempio secondo il parlamento polacco, di essere semplicemente chi si vuole essere. Non basta fare i conti con una pandemia mondiale, mentre il mondo si preoccupa di salvaguardare le vite, in paesi come la Polonia si attua al contempo lo stupro della dignità. Dignità è femminile, forse perché dalla nascita della donna hanno sempre cercato di privarcela senza considerazioni a posteriori in cui il motore della vita siamo noi e non possiamo essere derubate dei nostri diritti.
Queste sono solo le ennesime prove che le donne della nostra generazione devono affrontare affinché quante verranno dopo di noi non siano più obbligate a farlo, in dieci diverse località della Polonia si sta manifestando occupando ambasciate, chiese e strade. Una catena umana che ha scavalcato i confini nazionali creando solidarietà anche in Italia e in vari paesi europei, a Roma l’associazione Non Una Di Meno è pronta a scendere in campo nel nome della sorellanza che unisce i comuni destini di ogni donna, rivendicando le loro libertà e non escludendo anche quanto molto spesso accade in Italia: obiezione di coscienza al 70% nelle strutture sanitarie pubbliche a livello nazionale.
In ogni parte del globo, in modi diversi ed escluse alcune eccezioni, il genere femminile viene depotenziato e mantenuto subalterno in ogni settore. Le sentenze hanno contribuito nuovamente a creare un clima di sfiducia nella giustizia da parte delle donne, se pure lo Stato ti gira le spalle di chi puoi fidarti allora?
Il filosofo francese Charles Fourier, in Théorie des quatre mouvements, sosteneva che il cambiamento di un’epoca storica fosse sempre definibile dal progresso femminile verso la libertà. I diritti delle donne costituiscono la cartina al tornasole del livello di civiltà di un paese. Quando mancano ne soffrono tutti e lo Stato di diritto fa posto a uno Stato di polizia.