Joe e Kamala, la speranza della politica civile

Stavamo aspettando questa notizia da giorni ed è arrivata, Joseph R. Biden Jr. è stato eletto 46esimo Presidente degli Stati Uniti. Biden ha battuto l’avversario più difficile, Donald Trump, guadagnando il titolo di candidato presidente più votato della storia americana.

“Sono onorato dalla fiducia che il popolo americano ha riposto in me e nel vicepresidente eletto Harris. Davanti ad ostacoli senza precedenti, un numero record di statunitensi ha votato dimostrando, ancora una volta, che nel cuore profondo dell’America batte la democrazia. Con la fine della campagna elettorale è arrivato il tempo di lasciarci alle spalle rabbia e retorica e di unirci come nazione. È tempo che l’America si unisca, per guarire. Siamo gli Stati Uniti d’America. E non c’è niente che non possiamo fare, se lo facciamo insieme.” Ha dichiarato Biden, per la prima volta come presidente.

Joe Biden ha 50 anni carriera politica alle spalle, è stato uno dei senatori più giovani nella storia degli Usa quando è stato eletto come senatore del Delaware. Ora è il più vecchio presidente dello Stato. Rappresenta l’ala moderata dei Democratici ed ha un missione ben precisa: rimettere insieme un paese diviso in due. Lo farà insieme alla sua vicepresidente Kamala Harris, il primo vicepresidente donna, nera e sudasiatica del paese. Il vicepresidente impersona i politici giovani di sinistra ma, la sua elezione significa molto di più. Come figlia di migranti, madre indiana e padre giamaicano, ha ottenuto una delle cariche più alte del paese. Rappresenta anche che l’“American dream” è ancora raggiungibile e oggi ancora di più lo è anche per le donne.

Il presidente neoeletto chiama gli americani a riunirsi ma questo non sarà un lavoro facile. L’ex presidente Trump ha lasciato una situazione rovinosa, dove la vita umana ed i diritti, apparentemente non avevano importanza sotto la sua amministrazione. La divisione sociale ha portato il paese alle manifestazioni del Black Lives Matter che ha lasciato un segno profondo nelle anime di tutti quelli che non possono negare la preziosità della vita umana. Inoltre, il non uso della mascherina è diventato una materia di politica promossa dall’ex presidente. La pandemia, che doveva essere gestita con molta attenzione, non doveva diventare una materia di campagna elettorale di Trump. L’indossare la mascherina era infatti percepito come un segnale di appartenenza all’ala democratica del paese. È ora il tempo di dare il giusto peso alla vita umana a livello sociale, economico, sanitario e politico con l’amministrazione di Joe Biden.

L’importanza delle vita umane ovviamente non si riduce alla gestione dei cittadini statunitensi. Il progetto dei sogni di Donald Trump, il muro tra Messico e Stati Uniti, che faceva parte della campagna elettorale infinita del presidente, è un altro progetto pazzo che Biden dovrà gettare nel cestino. Saremo in attesa che Biden fermi le famose separazioni delle famiglie migranti dei loro figli assicurando il ritorno alle origini dei valori degli Usa.

Un’ultima materia che Biden riprenderà è il cambiamento climatico. Trump sottovalutava l’importanza della scienza e il lavoro degli scienziati non solo sulla salute pubblica e sul coronavirus, ma anche sull’ambiente e il cambiamento climatico. Infatti, nei giorni passati, gli Stati Uniti hanno ufficialmente abbandonato l’Accordo di Parigi. Il presidente eletto, invece, considera la materia dell’ambiente come un’emergenza e ritiene che rientrare nell’Accordo di Parigi sia uno dei primi lavori da fare dopo il giuramento.


Siamo stufi di vedere politici che mettono in atto i propri progetti personali. Abbiamo bisogno di leader che si occupino delle persone, e a queste indirizzino le risorse. Un leader non dovrebbe mettere al secondo posto l’essenzialità dell’assistenza sanitaria, dei diritti dei lavoratori e della vita delle persone che vivono nel paese. Il discorso di Joe Biden da presidente eletto è stato promettente. Ha messo come priorità la giustizia, l’uguaglianza, la scienza e soprattutto l’amore. Sembra tutto quello che ci manca dopo la seconda metà degli anni 2010 con l’ascesa tragica della destra populista in tutto il mondo. È possibile che il vento della politica della destra populista stia per finire?

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