Divergenza tra Mali e Francia sul dialogo con i jihadisti.
Il capo della diplomazia francese Jean-Yves Le Drian ha concluso una visita di 48 ore. Sono stati firmati diversi accordi di cooperazione, ma sono emerse differenze tra Parigi e Bamako.
Riguardano la questione di possibili discussioni con gruppi jihadisti.
Occhi dietro gli occhiali, il ministro degli Esteri francese presta attenzione a una domanda della stampa su un possibile dialogo con gruppi jihadisti nel nord del Mali.
Jean-Yves le Drian sussultò invece: Diciamolo chiaramente. Ci sono accordi di pace. Gli accordi di pace devono essere attuati. Sono gli accordi di pace che fanno la pace, insiste Jean-Yves Le Drian.
Propone un dialogo con i terroristi cosa che l’amministrazione maliana né i Maliani sono d’accordo avendo la consapevolezza che non si può dialogare con i terroristi visto le condizioni dopo 10 anni di guerra.
Sono stati convalidati da una serie di firmatari, compresi i gruppi armati firmatari. E poi ci sono i gruppi terroristici che non hanno firmato gli accordi di pace. Le cose sono semplici.
Non sulla stessa lunghezza d’onda
Al suo fianco, il primo ministro maliano Moctar Ouane, uno dei cardini della transizione politica, avvolto in un boubou tradizionale, è più sfumato.
Credo anche che sarebbe utile su questo tema fare eco alle conclusioni del Dialogo nazionale inclusivo che si è svolto in patria e che ha indicato molto chiaramente la necessità di un’offerta di dialogo con questi gruppi armati, ricorda il leader maliano. Penso che questo dovrebbe essere visto come un’opportunità per impegnarsi in ampie discussioni.
A proposito di un possibile dialogo o meno i jihadisti del nord, Parigi e Bamako non sono del tutto sulla stessa lunghezza d’onda.
