Approvata la legge sull’aborto in Argentina

Negli ultimi giorni del 2020 il Senato argentino ha approvato la legge sull’interruzione volontaria della gravidanza. La legge è passata al Senato con 38 voti a favore e 29 contrari dopo 12 ore di discussioni. Il provvedimento che dà il via libera all’aborto volontario fino a 14 settimane è stato discusso e votato dalla Camera dei Deputati argentina l’11 dicembre 2020 con 131 voti a favore e 117 contrari dopo 20 ore di discussioni.

Non è stato facile cambiare la norma in vigore, infatti, due anni fa, un disegno di legge simile che era passato alla Camera, era stato bocciato da Senato. La legge esistente consentiva l’aborto solo nel caso di violenza sessuale o rischio di vita della madre.

Grazie alla determinazione del movimento pro aborto e al supporto del presidente Alberto Fernandez che aveva messo la legge sull’aborto tra le sue promesse della campagna elettorale, il paese ha fatto una riforma importante per i diritti delle donne nel continente. “A me più o meno succede la stessa cosa. Oltre a ciò, per quanto cattolico, sulla questione dell’aborto, mi sembra che la discussione sia diversa, non sono molto d’accordo con la logica della Chiesa su questo tema.” ha dichiarato Fernandez e sottolinea che lui considera l’aborto come una questione di salute pubblica. In effetti, la legge che consente l’aborto volontario rappresenta più di una questione morale e di certo più di una questione politica.

Oggi l’Argentina è uno dei pochi paesi latinoamericani che riconosce il diritto delle donne di decidere sul loro corpo insieme a Uruguay, Cuba, Guyana e città del Messico che è un eccezione nel paese. In gran parte dei paesi del continente ci sono leggi restrittive per l’aborto e anche l’accesso all’assistenza sanitaria per l’interruzione della gravidanza non è sempre facile. In alcuni paesi come il Cile viene consentito l’aborto solo nei casi di stupro, pericolo di vita della donna in gravidanza e compromissione fetale. Come riporta Amnesty International, in questi paesi, per accedere all’aborto ci sono, inoltre, diversi ostacoli tra cui la scarsa conoscenza della legge da parte della popolazione e il fatto che ottenere l’autorizzazione legale è molto difficile. A questo si aggiungono anche la pandemia e il lockdown in cui le donne non possono richiedere assistenza a causa di situazioni di violenza e per la mancanza di privacy.

Difendere il diritto di aborto significa difendere i diritti umani (anche se questo punto di vista viene spesso dimenticato). Secondo i dati dell’Oms, tra il 2015 e il 2019, si sono verificati 73.3 milioni di aborti (sicuri e non). Nello stesso periodo, 3 su 4 delle interruzioni di gravidanza, in Africa ed America Latina sono state effettuate in modo non sicuro, ovvero senza il personale medico qualificato o in un’ambiente non adatto. L’abolizione di leggi o procedure restrittive, l’accessibilità alla cura e la gratuità del servizio sono decisivi per la tutela della salute delle donne. Questo sottolinea l’importanza del passo fatto dall’Argentina.

Infatti, nel mondo, ogni anno perdono la vita 47mila donne a causa di aborti non sicuri. L’efficacia di una regolamentazione sull’interruzione delle gravidanze è dimostrata dall’Uruguay dove la legge è stata approvata nel 2013. Fino a quel momento si stimavano circa 30mila aborti clandestini all’anno. Oggi il numero di questi aborti è sceso ad un terzo e si conta una sola vittima causata da complicanze chirurgiche. Ogni donna ha diritti sessuali e riproduttivi che sono in stretto legame con il diritto alla vita, alla libertà, al trattamento equo ecc. i quali dovrebbero essere salvaguardati dagli stati e i cittadini istruiti sulla loro esistenza ed importanza. Ogni donna ha diritti sessuali e riproduttivi che sono in stretto legame con il diritto alla vita, alla libertà, al trattamento equo ecc. i quali dovrebbero essere salvaguardati dagli stati e i cittadini istruiti sulla loro esistenza ed importanza.

Fino a che le donne verranno criminalizzate per le decisioni relative al proprio corpo, noi donne di tutto il mondo abbiamo il dovere di difendere il nostro diritto di non rischiare la vita in trattamenti non sicuri per l’interruzione delle gravidanze.

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