Il Comitato dei Diritti dell’Uomo dell’ONU ha accusato mercoledì l’Italia di aver tardato a soccorrere un barcone che trasportava 200 migranti tra cui dei bambini, che era in difficoltà nel Mar Mediterraneo nel 2013. Secondo il Comitato, “il fatto che l’Italia abbia ritardato ha avuto un impatto diretto sulla perdita di centinaia di vite umane.”
“L’Italia ha omesso di rispondere velocemente a diverse chiamate in pericolo di una barca a rischio di affondare”. Cosi il Comitato dei Diritti dell’Uomo dell’ONU ha accusato mercoledì 27 gennaio di aver tardato troppo a portare soccorso alla barca con a bordo 200 persone tra cui 60 bambini in difficoltà nel mare nel 2013. Secondo il rapporto del Comitato pubblicato 7 anni dopo i fatti, le autorità Italiane non sono state in grado di spiegare il ritardo nel mandare una sua nave, l’ITS Libra che si trovava solamente a 1 ora circa del luogo del dramma.
Il comitato ha portato avanti l’impegno dopo che alcuni migranti superstiti del drammatico naufragio avevano denunciato proprio perché avevano perso i familiari con cui viaggiavano sulla stessa barca.
I migranti erano arrivati il 10 ottobre 2013 nel porto libico di Zouara, dove hanno raggiunto un altro gruppo di migranti tra cui la maggioranza scappava dalla Siria prima d’imbarcarsi su un peschereccio. Qualche ora dopo la barca ha iniziato a viaggiare nelle acque internazionali dove una nave gli ha sparato addosso ed era a 113 km al sud dell’isola di Lampedusa e a 218 km da Malta, ricorda il Comitato.
I passeggeri della barca in pericolo hanno chiamato il centro di coordinamento dei soccorsi di Malta più volte. Quando la nave maltese era finalmente arrivata nella zona, la barca era già affondata. La nave ITS Libra delle autorità italiane era arrivata dopo almeno 5 ore dopo la prima chiamata.
Helene Tigroudja, membro del Comitato dice che “se le autorità italiane avessero dato immediatamente ordine alla loro nave e a quella della Guardia costiera di andare nel luogo dopo le chiamate in pericolo dei migranti, sarebbero arrivati al più tardi 2 ore prima del naufragio.
L’azione ritardata dell’Italia ha avuto un impatto diretto sulla perdita di centinaia di vite, ha continuato nel suo intervento Helene Tigroudja.
Il Comitato chiede all’Italia di fare un indagine e denunciare gli eventuali responsabili. Chiede anche dei risarcimenti giusti per quelli che hanno perso i loro familiari nell’incidente.
