Mistipè, la parola più bella che ci sia…

A dicembre, in Abruzzo, a Lanciano è nato il primo partito politico che rappresenta i popoli Rom e Sinti, dall’unione dei Rom abruzzesi e molisani italiani di antico insediamento nella storia politica italiana, non era mai sorto un partito che rappresentassi i popoli Rom e questo è un progetto concepito due anni dalla sua Presidente Giulia Di Rocco che è anche assistente legale, membro del Forum RSC istituito dall’Unar presso il Ministero delle Pari Opportunità , membro dell’IRU (International Roma Union) che rappresenta i Rom al Consiglio D’Europa e ONU, è anche Commissario per la Politica e la Democrazia in Italia per i Rom e Sinti, della Vice Virginia Morello e la tesoriera Concetta Sarachella, a sua volta presidente della Associazione Rom In Progress; queste tre donne sono cofondatrici del partito Mistipè che il giorno 4 dicembre, con atto pubblico, ha visto la luce; tutte tre attiviste per i diritti umani da 15 anni. Un ulteriore componente del partito, ma non meno importante è lo studente Anthony Guarnieri che svolge il ruolo di segretario.


Scegliere Lanciano per avviare il partito non è stata una scelta a caso, ma bensì per due considerazioni simboliche: il primo è che il insediamento dei popoli Rom e Sinti in quel territorio risale al 1300; a il secondo motivo è anche molto sentito: a Lanciano è stato innalzato il primo monumento in Italia a la memoria dei 500mila uomini, donne e bambini dei popoli Rom e Sinti vittime del Samudaripen e Porrajmos (in lingua romanì: genocidio e divoramento, rispettivamente) dei nazisti tra 1935-1945 in Europa.


Il programma del novello partito ha come punti principali: rappresentare i Rom e Sinti nel panorama politico; il riconoscimento del popolo Rom e Sinto come minoranza linguistica; azioni mirate per incrementare l’inclusione sociale e scolastica dei Rom e Sinti e azioni per la parità di uomo e donna così come combattere la discriminazione e l’odio nei confronti dei Rom e Sinti; questione che negli ultimi tempi si ha reso sempre più forte il bisogno di fare sentire le sue voci per combattere odio e discriminazione dovuti al suo origine etnico e pertanto nacque la necessità di creare un gruppo politico per fare rispettare i loro diritti, sboccia così anche il nome di questo partito: Mistipè che nella lingua romanes vuole dire solidarietà e rispetto e come simbolo del partito una ruota azzurra e verde che rimanda a la bandiera del popolo Rom.

La fondatrice Giulia Rocco in intervista al TG Molise ha puntato che “Mistipè è la parola più bella che ci sia in lingua romanì, vuole dire amore rispetto, bene reciproco… I primi passi sarà cercare la rappresentanza nel quadro politico, una parità al livello politico e democratico anche per i cittadini Rom, che non sono mai rappresentati o che quando si parla di persone rom nessuno le difende, se li prende come ‘capro espiatorio’ di campagne elettorali… Si cerca la parità tra uomo e donna e il riconoscimento come minoranza linguistica.” A conformarlo sono 3 donne “para dar una rivalutazione al mondo femminile, per guardarle come elementi attivi della società e persona che possono essere di esempio” commenta Di Rocco.


In quanto al riconoscimento come minoranza linguistica si può trovare che nella norma costituzionale no. 482 del 15 dicembre del 1999 che il Parlamento ha varato in materia di tutela delle minoranze linguistiche e storiche pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n.297 del 20 dicembre dello stesso anno, sono riconosciute 12 minoranze linguistiche in Italia ma i popoli Rom e Sinti non si trovano dentro di questa lista, ergo non possono usufruire dei diritti che enumerati nella norma, diritti che gli corrispondono come minoranza linguistica e culturale. Riuscire questo riconoscimento è una delle sfide di Mistipè… e Mistipè è una parola che a udito ha un suono pacifico e deciso, e mi permetto di fare una forzatura linguistica: la seconda sillaba mi riporta a la parola stipite che sarebbe la persona da cui discende una famiglia o una stirpe, e Mistipè ha la missione fare riconoscere a tutti che loro provengono di una stirpe che ha una storia e un bagaglio cultural di apprezzare e rispettare, che si deve smettere di chiamarli zingari (una parola del greco athiganos = pagano ed era utilizzato per nominare una setta eretica nel antico Bisanzio e poi per riferirsi ai primi popoli Rom solo perché non erano cristiani), cominciare a distinguere i diversi popoli romanì i Rom, Sinti, Romanićel, Kalé, Camminanti, secondo la Associazione 21 LUGLIO Onlus, ci sono 180, 000 persone appartenenti ai popoli rom solo in Italia. La associazione riferisce nel suo Rapporto del 2018 “al Margine del Margine”, che al momento ci sono 22 comunità Romanì nel territorio italiano, scuotersi gli stigmi e rivendicare la sua natura di popoli ricchi di tradizioni centenarie.


Per immedesimarsi con la storia dei popoli Rom e fare svanire i pregiudizi concilio di vedere il documentario “Rom bastardo: indagine sul nuovo razzismo” realizzato per Focus dai giornalisti Carolina Borella, Franco Capone e Andrea Minoglio nel 2008.






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