Prigionia di Pablo Hasél e libertà di espressione

Pablo Hasél, un rapper catalano, è stato arrestato per presunti testi e tweet “pericolosi”, considerati di “insulto alla casa reale e alle istituzioni statali”. Hasel, noto per le sue opinioni radicalmente di sinistra, venerdì scorso, il 12 febbraio, aveva mancato la scadenza per arrendersi alle autorità per scontare una pena detentiva di nove mesi emessa nel 2018 – una condanna che ha causato tumulto in Spagna e ha spinto il governo ad annunciare che renderà le leggi sulla libertà di espressione meno restrittive.

Martedì, 16 febbraio, la polizia ha fatto irruzione in un edificio universitario dove Hasel si era barricato e l’ho hanno arrestato, provocando manifestazioni e rivolte a Barcellona e in altre città catalane. La polizia ha arrestato inoltre 18 persone, mentre 55 sono rimaste ferite, tra cui 25 agenti, hanno detto gli agenti.

 Più di 200 artisti, tra cui Pedro Almodóvar e Javier Bardem, hanno firmato una petizione chiedendo il rilascio del rapper. Per i firmatari è in gioco la libertà di espressione: dal momento in cui arresteranno Hasél, le autorità potranno intervenire chiunque critichi apertamente l’azione delle istituzioni statali, finché ogni traccia di dissenso non sarà annientata. Le proteste contro l’arresto di Hasel si sono moltiplicate questa settimana nelle strade spagnole.

Questo caso potrebbe diventare un esempio concreto di come l’espressione del pensiero, considerata dissidente o sovversiva, influenzi la delimitazione giuridica della libertà di espressione. Il ministero della Giustizia spagnolo ha promesso di riesaminare i crimini che coinvolgono questioni di libertà di espressione in modo che “vengano puniti solo gli atti che creano chiaramente un rischio per l’ordine pubblico o incoraggiano qualsiasi tipo di condotta violenta”.

Una fonte del dipartimento degli interni della Catalogna ha detto che la polizia ha “rafforzato le aree sensibili” per prevenire ulteriori disordini, ma ha rifiutato di fornire ulteriori dettagli. Durante una conferenza stampa, il capo della sicurezza regionale Miquel Samper ha invitato i manifestanti a incontrarsi pacificamente.

La prigionia del rapper mette sotto i riflettori la questione sempre più attuale di definire cosa sia la libertà di espressione e la differenza tra essa e l’incitamento all’odio. Nonostante tutto ciò, la censura di un artista che critica le istituzioni e la casa reale spagnola deve essere esaminata con maggiore attenzione per non incorrere in strumentalizzazione politica. Ricordiamo che l’arte non deve essere necessariamente sovversiva per essere definita come tale, ma quando l’arte non può più essere sovversiva, non siamo più liberi. Corriamo il rischio di cadere in processi inquisitori e, quindi, perderemo tutti noi. Abbiamo bisogno di più riflessioni sull’argomento.

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