A seguito dell’approvazione della legge sulla sicurezza nazionale dell’anno scorso il principio di “un paese, due sistemi” è diventato praticamente “un paese, un sistema”. Da allora il governo cinese sta reprimendo l’opposizione.
Già nel mese di luglio dell’anno scorso la governatrice Carrie Lam aveva annunciato il rinvio delle elezioni del Consiglio Legislativo di Hong Kong del 6 settembre 2020 a causa della pandemia di coronavirus. Il rinvio delle elezioni e la seguente approvazione della legge sulla sicurezza nazionale non hanno più dato spazio all’opposizione. Le elezioni sono previste per il settembre prossimo salvo che non venga di nuovo dichiarato lo spostamento della data prevista.
Si parla di una riforma elettorale che azzera il peso dei pro-democratici, in più, la riforma si basa sul principio patriottico che solo loro possono governare Hong Kong. E’ una mossa garantista del governo della Madrepatria in vista proprio delle elezioni. Una cosa è certa che questa ipotesi di una grande riforma di una Hong Kong governata dai “patrioti” metterebbe in discussione lo stato di diritto nel paese. Secondo i media il fatto che una commissione fedele al governo centrale selezionerà i candidati alle elezioni a Hong Kong, sia quelli del Consiglio legislativo, cioè il parlamento unicamerale della città, sia quelli delle assemblee locali, bloccherà tutta la possibilità di opporsi al regime politicamente.
Inoltre, il mese scorso sono stati cominciati i processi dei più importanti attivisti del movimento pro-democrazia di Hong Kong. Due dei nove attivisti sono stati dichiarati colpevoli: Au Nok-hin e Leung Yiu-chung, entrambi ex parlamentari di Hong Kong. Tra gli accusati ci sono anche Martin Lee, uno dei fondatori di movimento, e Jimmy Lai, editore del principale quotidiano dell’opposizione.
Altri 47 attivisti pro-democrazia resteranno in carcere fino alla prossima udienza del 31 maggio. Sono accusati di cospirazione sovversiva secondo la legge sulla sicurezza nazionale. Una grande parte dei leader pro-democratici è in carcere o in custodia cautelare, l’altra parte, invece, si trova in auto esilio.
Secondo la mini costituzione dell’ex colonia britannica, la “Basic Law”, Hong Kong è una regione amministrativa speciale che contiene i principi del common law e garantisce la libertà di parola e l’indipendenza del potere giudiziario. Questo sistema doveva essere garantito fino al 2047. A seguito della legge sulla sicurezza nazionale gli oppositori sono resi perseguibili penalmente.
Gli Stati Uniti hanno dichiarato che ritengono il cambiamento della legge elettorale un “attacco diretto” alla democrazia e all’autonomia dell’Hong Kong. Human Rights Watch porta l’attenzione all’aumento recente delle spese sulla sicurezza nazionale della Cina. Ormai tutti i parametri sono preoccupanti per l’Hong Kong post legge sulla sicurezza nazionale.