Intervento militare in Libia per liberare i migranti dalla prigione di Bani Walid

Per la seconda volta dall’inizio del mese, le forze libiche hanno fatto un incursione nella prigione clandestina di Bani Walid in Libia per liberare 120 migranti detenuti in condizioni atroci. La città è tristemente famosa per essere il punto focale del traffico di esseri umani nel paese.

Nuova operazione di liberazione di migranti a Bani Walid nell’ovest della Libia. Un’unità dell’esercito libico ha annunciato la liberazione di 120 migranti, in maggioranza provenienti dall’Egitto, mercoledì 10 marzo. Queste persone erano prese in ostaggio dai trafficanti in una prigione clandestina nella città degli orrori, Bani Walid. I migranti liberati sono stati vittime di torture e di estorsione da parte dei loro sequestratori secondo lo stesso comunicato.

Questa unità aveva già fatto una settimana prima una vasta operazione contro i trafficanti a nel nido del malaffare. Località situata non lontana dalle porte del deserto libico, a 170 km al sud-est di Tripoli. Nella città, si contano numerose prigioni clandestine dove i migranti sono detenuti in condizioni disumane. Sei nascondigli sono stati scoperti venerdi 5 marzo e 70 migranti, di diverse nazionalità, sono stati liberati durante l’intervento. Uno dei trafficanti più conosciuto nel paese è stato intercettato insieme ai suoi collaboratori stranieri criminali che operavano nel sequestro, tortura e uccisione delle loro vittime.

Qualche anno fa un presunto migrante del Camerun ha spiegato al giornale Infomigrants che “devi pregare Dio per non essere venduto in un ghetto di Bani Walid”. Più recentemente a gennaio un altro migrante di origini senegalesi raccontava che la città di Bani Walid è il peggior posto in tutto il mondo.

“Migliaia di persone sono state abbattute con armi da fuoco perchè non sono riusciti a pagare la somma di denaro richiesta dai loro sequestratori.” I corpi di queste povere persone sono poi seppelliti nel deserto da altri migranti prigionieri sotto minaccia a loro volta di essere uccisi. Le donne migranti spariscono dalla prigione dalle 19.00 e ritornano alle 7 del mattino, vengono violentate e abusate sessualmente durante le notti da qualche parte fuori dalla prigione.

Il caos creato dopo la caduta del regime di Gheddafi nel 2011 ha dato della Libia una strada privilegiata per decine di migliaia di migranti che cercano di raggiungere il continente europeo, ma purtroppo la maggior parte di questi migranti si sono ritrovati bloccati nel paese nordafricano in condizioni molto complicate e diventati merci e preda dei trafficanti di esseri umani.

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