E’ un’affermazione di James Watson, co-scopritore della doppia elica del DNA e premio Nobel, in un’intervista all’autorevole quotidiano “The Sunday Times”.
Watson è uno degli scienziati tra i più importanti degli ultimi decenni, oggi 92enne, un uomo dotato di grande intelletto, che con la sua scoperta permise al mondo della medicina di fare grandi passi in avanti nel ramo della genetica, accumulando anche tanti riconoscimenti durante la sua carriera.
Ad un certo punto fece questa pessima, sciocca, deplorevole, e inaccettabile dichiarazione affermando senza ombra di vergogna che “i neri hanno un quoziente intellettivo inferiore rispetto ai bianchi e che questo sarebbe senza dubbio addirittura un fattore genetico”, dunque in poche parole “i neri sono meno intelligenti dei bianchi”.
Chi ha fatto questa incredibile affermazione dunque è un personaggio di alto calibro. La sua affermazione è basata su uno stereotipo costruito ad hoc su una razza umana da molti ritenuta inferiore, idea che neanche con secoli di lotte antirazziali si è riusciti ancora ad estirpare.
A tal proposito voglio esprimere la mia opinione supportata da esperienza personale e da fatti concreti. In effetti, credo che sia vero che la razza nera sia meno intelligente della razza bianca, perché se fosse più intelligente sarebbe molto difficile per i bianchi approfittarsi delle enormi ricchezze delle loro terre. Dunque fino dai primi anni delle esplorazioni e colonizzazioni europee, nei vari territori delle popolazioni di colore e non solo africani, i neri sono stati torturati, schiavizzati e usurpati di tutto, anche della loro intelligenza.
I bianchi, occupando le loro terre, ne hanno sfruttato le ricchezze, usando anche la loro manodopera, mantenendoli nell’ignoranza e non permettendo loro di progredire. Infatti, istruzione vuole dire conoscenza, e di conseguenza intelligenza e questo atteggiamento continua ancora oggi a distanza di oltre 500 anni dalle prime colonizzazioni.
I neri vengono ancora usati, sfruttati e derubati delle enormi ricchezze delle loro terre, facendo sì che i loro stessi capi di stato vengano corrotti al fine di non far progredire i loro stessi popoli, di non dargli la possibilità di istruirsi non permettendo così di raggiungere livelli di conoscenze ed istruzione pari ai bianchi.
I bianchi hanno la conoscenza e l’istruzione, e con esse hanno costruito macchine e attrezzature sofisticate che hanno permesso loro di arrivare fino alla luna ed oltre usando materiali provenienti da terre dove i popoli venivano mantenuti nella loro ignoranza e sono stati costretti ad estrarli, anche usando metodi feroci. Spesso questi popoli venivano messi l’uno contro l’altro favorendo l’una o l’altra fazione per poi approfittarne dei benefici.
È facile dire che la razza nera sia meno intelligente di quella bianca quando l’uguaglianza dei popoli è un’utopia e rimarrà probabilmente un’utopia fino a che esisterà la razza umana.
Non dimentichiamo che le prime forme di vita riconducibili alla razza umana provengono proprio da quei territori abitati da quelle persone che oggi qualcuno definisce meno intelligenti dei bianchi. Per cui il DNA primitivo è di quella razza che proprio con la sua intelligenza si è evoluta a tal punto da dominare e sottomettere i popoli da cui è stata generata, e credo che questo non si possa chiamare intelligenza.
Questa affermazione è ridicola in questa società bigotta.
Caro James Watson, se pensi che io non abbia ragione, smentiscimi, questo è il problema del mondo e della società in cui viviamo oggi, pesce grande mangia pesce piccolo.
