Francis Ngannou è diventato campione del mondo aggiudicandosi la cintura dei pesi massimi de l’Ultimate Fighting Championship (UFC), il più prestigioso campionato di arti marziali misto, MMA, nel mondo nella notte fra sabato 27 e domenica 28 marzo 2021 a Las Vegas contro l’americano Stipe Miocic. È stata una rivincita per il camerunense la cui vita è stata una lunga serie penosa.
Ngannou è nato nel villaggio di Batiè in Camerun ed è cresciuto in una famiglia molto povera tanto che a dodici anni ha dovuto cominciare a lavorare in un cava di sabbia. Da ragazzo venne avvicinato da diverse bande criminali del villaggio che gli chiesero di unirsi a loro, ma grazie alla fama da combattente di strada del padre è riuscito a declinare.
All’età di 22 anni comincia ad allenarsi nel pugilato, nonostante la riluttanza della famiglia, ma dopo un anno deve interrompere a causa di alcuni problemi di salute. Fino a ventisei anni compie diversi lavori umili per sostenere la famiglia finché non decide di trasferirsi in Francia, precisamente nella capitale Parigi, per diventare un pugile professionista. I primi tempi nella capitale francese sono anch’essi segnati da una povertà estrema finché nell’agosto 2013 non si unisce alla palestra MMA Factory venendo introdotto nella nuova disciplina dell’allenatore Fernand Lopez Owonyebe.
Il neo campione in carica del MMA ha effettuato un viaggio molto lungo e complicato passando per il Niger, l’Algeria e il Marocco prima di affrontare il mare.
Dopo ben 7 tentativi di attraversare il mare, Francis è riuscito ad arrivare a Tarifa nel sud della Spagna dove è stato in prigione per due mesi visto l’ingresso nel paese in modo illegale. È stato liberato grazie alla mancanza di accordo bilaterale per il rimpatrio dalla Spagna al Camerun e da lì l’attuale campione del MMA si è ritrovato in Francia un po’ a caso perché aveva intenzione di andare in Germania o in Inghilterra.
Senza fissa dimora nella capitale francese allora, cerca una sala da boxe e trova un posticino nell’est di Parigi dove incontra Didier Carmont che emozionato dalla storia dell’allora futuro campione mondiale del MMA, ha deciso di aiutarlo.
Didier sentiva già in lui un potenziale e lo incoraggia a lanciarsi nell’arte marziale misto.