Il conservatore Lasso è il nuovo presidente dell’Ecuador

Guillermo Lasso, ex-banchiere, uomo d’affari, ha vinto le elezioni del 11 aprile in Ecuador. Mentre una nuova ondata di contagi continua a causare una tragedia in America latina, l’Ecuador è andato a votare. I candidati erano il conservatore Guillermo Lasso e Andrés Arauz, esponente della coalizione di sinistra, usciti dal primo turno del 7 febbraio con il 19,7 per cento e il 32 per cento dei voti. Il leader degli indigeni, Yaku Perez, è rimasto fuori dal balotaggio ottenendo 19,3 per cento dei voti dietro Lasso.

L’economista Arauz aveva già ricoperto ruoli importanti nello sviluppo dei programmi nell’amministrazione di Rafael Correa. Correa, il mentore di Arauz, è stato condannato per corruzione, e attualmente è in esilio in Belgio. Nonostante ciò, ha ancora influenza sulla politica ecuadoriana. Da ricordare che durante l’amministrazione Correa, dal 2007 al 2017, erano stati ridotti: la povertà del 38 per cento, la povertà estrema del 47 per cento e la disuguaglianza di circa il 10 per cento.

Il presidente uscente ed esponente del partito social democratico, Lenin Moreno, non si è ricandidato dopo la rivelazione delle indagini che hanno dimostrato che il governo dava la priorità a vaccinare i personaggi più vicini al governo stesso mettendo, così, in secondo piano le categorie più bisognose. Tutti e due i candidati, invece, avevano promesso di rimettere in piedi l’economia ed accelerare il piano vaccinale.

La strategia di Lasso è stata del tutto diversa dopo il primo turno. Ha effettuato una campagna sui social media (in particolare Tik Tok) e ha adottato un approccio inclusivo raggiungendo anche la comunità LGBT che generalmente non vota per il suo schieramento ed è riuscito a recuperare consenso. I due avversari erano testa a testa durante il secondo turno. Lasso si era già candidato alle elezioni ma aveva già perso due volte, questa volta, invece, è riuscito a battere Arauz con una piccola differenza, il 52 per cento dei voti contro il 47,32 per cento.

Nel paese è obbligatorio votare. Il risultato delle elezioni presidenziali di aprile si può leggere come la reazione dell’Ecuador alla crisi economica che si è aggravata a causa dell’arrivo della pandemia di Covid-19 e agli scandali scaturiti dal piano vaccinale che procede lentamente. Nell’assenza di Perez dalla gara, i cittadini dovevano decidere tra destra e sinistra, principi di mercato libero o interventismo statale, e anche se votare al correismo o no.

Insieme ai correisti, la presenza alta degli indigeni, che si sono definiti come una terza via tra i correisti e i conservatori, al Parlamento ci sarà un punto di equilibrio contro le politiche di Lasso. Una cosa è certa: il grande ritorno della sinistra nel paese sarà rimandato ad un secondo momento.

Guillermo Lasso prenderà il potere dal 24 maggio. Il presidente neo eletto ha dichiarato che la sua amministrazione sarà “un nuovo corso molto diverso da quello degli ultimi 14 anni in Ecuador.” Sarà da vedere se applicherà il suo approccio inclusivo nei prossimi quattro anni.

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