Eid Moubarak, un pensiero per gli amici musulmani

“Il mese ospite, viene e parte velocemente, ma questo ospite tornerà il prossimo anno, 11 giorni in dietro seguendo le fasi lunari, e come ogni anno, noi saremo qui ad aspettarlo.” Queste sono le parole che ci dona Rhida Ibrahim un artista italiano di origini tunisine in occasione del nono appuntamento del suo web diario di Ramadan “N e non M”, come lo ha graziosamente nominato, facendo riferimento allo sbaglio commesso da chi non ha familiarità con questa tradizione ma che con buone intenzioni vuole dare un augurio in questo mese sacro per l’Islam.

L’osservanza nel nono mese è uno dei cinque pilastri del Islam: la testimonianza della fede, la preghiera, il digiuno, il pellegrinaggio e la elemosina. Il mese finisce tra il 12 e 13 di maggio e in quel giorno viene festeggiato con una festa chiamata “Eid ul Fitr”, si fanno processioni, si scambiano regali e si fanno delle donazioni ai poveri.

Il web diario virtuale di Ramadan portato avanti nella Val Seriana, in provincia di Bergamo, come un esercizio di avvicinamento interreligioso e di comunità in tempi di pandemia, offre uno spazio alternativo per vivere il Ramadan insieme agli amici musulmani e capire qualcosa in più di loro, insieme anche a figure di provenienza diversa.

Il festival Tirafuorilalingua, l’Ufficio Migrante della Diocesi di Bergamo e diversi comuni e associazioni che convivono nella Valle hanno dato impulso all’iniziativa per curare i bisogni di una comunità sofferente e colpita, senza l’opportunità di pregare nelle ore e momenti indicati e perché uno dei principali momenti sacri in Ramadan, che è quello della condivisione, non è possibile portarlo avanti, al meno non nel modo in cui sono abituati a celebrarlo.

Perciò si fa uso della tecnologia per riuscire a celebrare virtualmente il Laylat al-Qadr o la “notte del destino” che rappresenta una grande opportunità di purificare l’anima, la notte in cui, 14 secoli fa, i versi del Corano furono prelevati da Maometto. In quella notte i musulmani pregano per chiedere perdono per tutti i peccati.

Il web diario di Ramadan, è proposto in 10 puntate per raccontare le curiosità, gli aneddoti, le ricette, divenendo un Ramadan inclusivo, dove gli ospiti raccontano le loro storie e il loro sapere in maniera solare, rispettosa ed educativa.

Ci sono stati ospiti di diverse realtà culturali e religiose del territorio, e anche i rappresentanti dei Centri Islamici hanno fatto presenza nella web radio. Un’altra presenza costante è quella di Nadia Baddouch, che ha un canale Youtube, Nadia Bergamo, e che in “N e non M” condivideva le ricette tradizionali del periodo, in un modo semplice ed esaustivo, lasciandoci con l’acquolina in bocca.

E’ stato proposto il dialogo interreligioso con la presenza di Monsignore Patrizio Rota Scalabrini, Direttore dell’Ufficio per il Dialogo Interreligioso della Diocesi di Bergamo che ci racconta la sua esperienza del Iftar, il pasto serale che interrompe il digiuno quotidiano: “la grande gioia del Iftar è condividere dopo il digiuno e quest’anno è stato molto bello il condividerlo al Centro Culturale Islamico di Bergamo.” Aggiunge che rimane uno dei suoi desideri creare un tavolo interreligioso convocando i principali rappresentati delle diverse religioni e così arricchirsi a vicenda.

Fra le impressioni che ho colto è che il Corano indica che i bambini piccoli non digiunano durante il mese di Ramadan, inizieranno con un digiuno di un solo giorno al compimento del dodicesimo anno d’età, poi di due giorni, di dieci giorni… fino ad arrivare a trenta giorni. Anche le donne incinte, che allattano o le persone che hanno una malattia sono esonerate dal fare il digiuno. C’è stato il racconto di una signora che non può portare avanti il Ramadan perché ha una malattia, perciò, lei deve fa il Zakat, che vuol dire che fa carità e aiuta una famiglia in difficoltà. Il digiuno si rompe con un dattero e acqua come faceva Maometto. Nella Medine (dall’arabo madīna, “città”) del Marrocco al cadere del sole ci sono delle persone che vendono o regalano datteri; poi esiste una figura molto cara a chi fa Ramadan, l’uomo sveglia, un uomo che fa la sveglia con il suo tamburo alle 4 del mattino per ricordare a chi è andato a dormire che deve svegliarsi per fare l’ultimo pasto prima dell’alba. Questo viene fatto ogni sera fino alla fine del Ramadan percorrendo tutto il villaggio.

Il Ramadan non è solo digiunare, ma è farlo insieme condividendo quello che si prova. Vuol dire comunicare con Allah e pregare per tutti; vuol dire aiutare l’altro, non lasciando da solo chi ha bisogno. Il Ramadan è tante cose che si comunano nella fratellanza e ci insegna che ogni persona deve avere cura e “aprire il cuore ai fratelli” perché fratelli siamo tutti.

Nell’ottobre del 2020, un anno dopo che Papa Francesco si riunì con il Grande Imam di al-Azhar, Ahmad al-Tayyeb, ad Abu Dhabi, per poi firmare insieme il Documento sulla Fratellanza Umana, il Santo Padre scrisse l’enciclica sulla fraternità e l’amicizia sociale: Fratelli Tutti. Questa enciclica fornisce lo strumento per chiamare alla pace, all’unione tra popoli e religioni. Oggi più che mai bisogna non lasciare che gli scontri tra popoli, come quello della Moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme, dove almeno 200 persone sono state ferite, o i razzi del raid israeliano e quelli di Hamas proiettati verso la striscia di Gaza in Palestina (le vittime hanno oltrepassato le 35 persone, tra cui bambini e 15 del lato di Israele) che hanno instaurato un clima di paura giusto quando dovevano esserci i festeggiamenti per l’Eid al-Fitr alla fine nel mese più sacro per i musulmani. Come Black Post solidarizziamo con coloro che soffrono questi attacchi e ci uniamo alla voce dell’ONU che chiede il cessate il fuoco.


“Gesù […] non ci chiama a domandarci chi sono quelli vicini a noi, bensì a farci noi vicini, prossimi.”
Papa Francesco, FT 80

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