Continui sbarchi e mancanza di navi umanitarie nel Mediterraneo

Lo scorso fine settimana, più di 1400 persone sono arrivate sulle coste italiane a bordo di una quindicina di barchette nell’isoletta di Lampedusa al sud della Sicilia. Allo stesso tempo, altre centinaia di persone erano in difficoltà nelle acque maltesi. La notizia di questi arrivi sono stata riportata dai media. Fra questi sbarchi c’era una barca con a bordo 400 migranti di diverse nazionalità fra cui 24 donne e dei bambini. L’imbarcazione è stata intercettata dalle autorità al largo di Lampedusa.

Un altro barcone di 20 metri di lunghezza che viaggiava con a bordo 325 persone è stato fermato a 12 km dalle coste dell’Isola. Altri centinaia di migranti sono arrivati a bordo di imbarcazioni di dimensioni più piccole mentre tanti altri erano in difficoltà nelle acque maltesi, ha fatto sapere la piattaforma Alarm Phone chiedendo aiuto alle autorità via telefono di soccorrere questi barconi con a bordo almeno 400 persone al largo di Malta. La Ong ha fatto sapere che la situazione a bordo era molto critica e un intervento di salvataggio era più che necessario.

Lunedi mattina, la Ong ha indicato ulteriormente che 60 persone in più erano in situazioni terrificanti nelle acque internazionali allertando così per la loro sorte.

Malgrado la situazione sanitaria legata alla pandemia causata dal coronavirus, il movimento di migrazione clandestina a partire dai paesi magrebini, soprattutto dalla Tunisia e la Libia verso l’Europa va avanti e la loro destinazione è soprattutto l’Italia. Fra il primo gennaio e il 21 aprile 2021, 8604 persone sono arrivate in Italia, 65 a Malta e 359 sono morte in mare secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM).

Il numero dei morti è in totale aumento vista la mancanza di navi umanitarie disponibili per poter prestare soccorso nel Mar Mediterraneo. A inizio maggio, la Sea Watch 4 aveva soccorso 455 migranti. La stessa nave, 6 mesi prima, era rimasta bloccata nel porto di Palermo per un’ispezione delle autorità legata al numero di giubbotti di salvataggio presenti a bordo rispetto alla capienza della nave. Un’ispezione considerata dai membri della Ong come un modo per bloccare le nave e impedirgli di portare soccorso ai migranti.

Anche la nave Sea Watch 3 era stata bloccata nel mese di marzo dalla Guardia costiera nel porto di Augusta, sempre in Sicilia, con il pretesto ancora una volta di problemi di sicurezza.

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