Ebrima Darboe era solo un adolescente quando aveva lasciato da solo il Gambia per poi attraversare il mare dalla Libia direzione Italia, alla ricerca di un futuro migliore. 5 anni più tardi, è diventato una delle stelle emergenti della società di calcio di Serie A, AS Roma. Il percorso per il giovane calciatore non è stato facile come tutti possiamo immaginare.
In Gambia, ancora bambino, Ebrima Darboe giocava già a calcio. Oggi, all’età di 19 anni, il giovane ragazzo fa di questo sport il suo mestiere, lontano qualche migliaio di chilometri dal paese d’origine. Il 2 maggio scorso, il giovane calciatore ha fatto la sua prima partita ufficiale vestendo i colori dell’AS Roma, una delle più prestigiose squadre italiane della serie A, che è la più alta categoria della competizione italiana di calcio, come centrocampista.
Un cambiamento di vita radicale per un ragazzo che ha vissuto un trauma dopo essere uscito dal suo paese, da solo attraverso l’Africa e il Mediterraneo, all’età in cui i suoi attuali compagni uscivano tranquillamente dalla loro infanzia.
Ebrima Darboe è partito dalla regione di Bakoteh, nell’ovest del Gambia, all’età di 14 anni. La vita era piena di difficoltà fino al punto in cui, il giovane giocatore, ha deciso di andare altrove per cercare un futuro migliore abbandonando la famiglia.
Dopo aver raggiunto la Libia, Ebrima è stato rinchiuso in un posto dai trafficanti di esseri umani. All’interno di quel posto, il ragazzo ha subito abusi e violenze prima di riuscire a trovare una soluzione per salire su una barca ed attraversare il Mar Mediterraneo tentando così di raggiungere le coste europee.
Dopo qualche tempo di viaggio infinito, Darboe sbarca in Sicilia. Al suo arrivo, l’adolescente alto un metro 80, pesava solo 50 chili. È stato accolto da una famiglia a Rieti nel Lazio. Una vita normale ricomincia, fa una domanda di asilo e si rimette a giocare a pallone.
Allora giocatore in divisione amatoriale, Ebrima attira l’attenzione dei reclutatori della Roma che volevano includerlo nella loro squadra under 21. Fù quindi necessario attendere l’esito positivo delle lunghe procedure amministrative, visto che la sua ammissione nella squadra dipendeva ormai dall’ottenimento dello status di rifugiato.
Alla fine la FIFA è dovuta intervenire nel dossier di Ebrima Darboe per fargli ottenere il sesamo prezioso e un assistente sociale è diventato il suo tutore.