Un anno fa, il 25 maggio, George Floyd è stato ucciso da Derek Chauvin. Floyd non aveva avuto comportamenti violenti e non era armato. Era immobilizzato sull’asfalto e aveva ripetutamente detto di non riuscire a respirare. L’ex poliziotto di Minneapolis, Chauvin, è stato condannato, il 20 aprile di quest’anno, per omicidio per aver bloccato George Floyd con il ginocchio sul collo. Gli altri agenti coinvolti saranno processati prossimamente con l’accusa di favoreggiamento di Chauvin.
A seguito della morte di Floyd, il 26 maggio, sono iniziate le proteste del movimento Black Lives Matter. Queste manifestazioni contro l’ingiustizia razziale non hanno trovato solo il sostegno nel paese ma sono dilagate anche fuori dagli Usa. I sostenitori del BLM hanno denunciato la brutalità e l’ingiustizia di questo evento nonostante le chiusure e il distanziamento dovuti alla pandemia. Il Movimento non parlava solo di George Floyd ma anche di tutte quelle persone che hanno perso la vita in circostanze simili (Breonna Taylor, Eric Garner per citare alcuni).
In quei giorni, si è riacceso il dibattito nazionale, e molto significativa, sulla brutalità della polizia contro gli afroamericani. Questa discussione si è poi allargata fino a comprendere l’ingiustizia razziale. Nel 2019, gli afroamericani rappresentavano circa il 13 per cento della popolazione degli Usa, ma rappresentavano quasi un terzo della popolazione carceraria del paese.
Sarebbe necessaria una riforma della polizia. A livello federale, statale e locale ci sono stati cambiamenti degli ordinamenti della polizia e dell’utilizzo delle tecniche di arresto.
Secondo un recente sondaggio, il 51 per cento degli americani supporterebbe una riforma della polizia. Il 69 per cento, invece, si fida alle forze dell’ordine per promuovere la giustizia e la parità di trattamento per le persone di tutte le razze. La fiducia nel Black Lives Matter è scesa del 10 per cento mentre la fiducia nella polizia è salita della stessa percentuale.
Sembra che nell’anno passato, dalla tensione sociale alla presidenza degli Stati Uniti sono cambiate tante cose, e anche la discussione ha cambiato la rotta. La fiducia nelle forze dell’ordine è in aumento mentre quella nel BLM è scesa. L’unica cosa certa è che gli americani, e non solo afroamericani, sono preoccupati per il destino delle prossime generazioni e uno dei passi più grandi per garantire un futuro migliore, giusto e equo, passa dalla riforma della polizia.
La “George Floyd Justice in Policing Act” è una proposta di legge della riforma dei diritti civili e della polizia ed è stata introdotta nel febbraio 2021. E’ stata approvata alla Camera dei rappresentanti a marzo. Le discussioni bipartisan per la riforma della polizia continuano. Il voto al Senato della proposta era prevista per fine maggio per far combaciare l’approvazione della legge da parte del Congresso con l’anniversario della morte di Floyd ma, questa data, sembra essere già slittata. Affrontare il razzismo sistematico è la grande sfida del Congresso e con questo disegno di legge, gli Stati Uniti faranno un passo avanti per una società più equo.