Quasi 500 migranti sono stati intercettati dalla Guardia costiera libica nel Mediterraneo. 300 persone partite dalla città di Zouara sono state fermate giovedì sera al largo della Libia dalla Guardia costiera del paese, ha fatto sapere l’Organizzazione internazionale per le migrazioni.
La notte prima, altre 187 persone, che tentavano la fuga dal paese nordafricano considerato territorio non sicuro dalla communita internazionale, sono state riportate in Libia e sono tenute in detenzione in condizioni veramente difficili e disumane.
I migranti erano partiti la sera prima a bordo di tre imbarcazioni di piccole dimensioni e un peschereccio in legno dalla città nella speranza di raggiungere le coste europee. In totale 308 persone di cui 8 donne e 5 bambini erano presenti su quelle imbarcazioni. Più di un centinaio di origini del Sudan.
A loro ritorno nel territorio libico sono stati aiutati di urgenza dall’OIM prima di essere portati nei centri di detenzione. Questa è la procedura classica a cui è sottoposta la gente intercettata in mare dalle autorità libiche.
L’ONU ha reagito dichiarando che la Libia non è un paese sicuro e che la detenzione arbitraria dei migranti deve finire immediatamente senza se e senza ma.
Nonostante la pericolosità della traversata, le partenze di migranti dalle coste libiche sono moltiplicate in questi ultimi mesi. In un rapporto pubblicato mercoledì, l’ONU ha chiesto alla Libia e all’Unione Europea di riformare le loro operazioni di ricerche e di salvataggio nel Mar Mediterraneo. L’agenzia internazionale stima che le pratiche attuali privano i migranti dei loro diritti e della loro dignità.
Nel 2020, almeno 10.352 migranti sono stati intercettati dalla Guardia costiera e riportati in Libia. Una volta arrivati sul suolo libico, sono sottoposti ad una serie di violazioni e abusi gravi dei diritti dell’uomo, accusa l’ONU, e conclude che la Libia non è un luogo sicuro dove i migranti possono sbarcare.
