Il Burkina Faso, il “paese degli uomini integri” è stato colpito di nuovo dai terroristi. Si tratta dell’attacco più mortale mai visto nella storia del paese visto il numero di vittime molto alto e soprattutto tutti erano civili. Fra la notte di venerdi 4 e sabato 5 giugno, vari gruppi di persone armate hanno fatto irruzione nel villaggio di Sohlan, in provincia di Yahga nella regione del Sahel, aprendo il fuoco contro la popolazione civile che dormiva nelle baracche nei campi della miniera.
Il bilancio ufficiale, fino ad ora è di 168 uccisi e una quarantina di feriti gravi. Alcuni feriti sono stati trasferiti nella capitale Ouagadougou per essere curati in condizioni adeguate e altri sono stati portati all’ospedale della città di Dori, al nord del paese, non lontano dal luogo del dramma.
Secondo alcuni media televisivi internazionali, una delegazione dello stato burkinabé, composta dal primo ministro Christophe Dabire e del ministro della difesa Cherif Sy, si è recata sul posto dell’attacco per incoraggiare le forze dell’ordine e della sicurezza decretate nella regione del Sahel e portare un messaggio di compassione al popolo colpito. In un intervento, Dabire ha fatto capire che questo “attacco non rimarrà impunito”,”tutti i responsabili di questo gesto ignobile saranno rintracciati e neutralizzati secondo il presidente del Burkina Rock Mark Kabore”.
Mentre tutto il paese piange le vittime, lo stato ha decretato un lutto di 72 ore e il governatore del Sahel ha ordinato la chiusura di tutti i campi di miniera sfruttati dalla povera popolazione. Tutti i veicoli con o più di 3 ruote hanno il divieto di circolare in tutto il territorio del villaggio. Senza sorpresa, il giorno dopo l’attacco il ministro francese degli affari esteri, Jean Ive le Drian, ha dichiarato via Twitter che andrà in Burkina Faso nelle prossime settimane per sostenere le autorità del paese a lottare contro il terrorismo nel Sahel.
Il villaggio di Sohlan si trova a 14 kilometri da Sebba, il capoluogo di provincia. Negli ultimi mesi è stato teatro di diversi attacchi. Nel febbraio scorso, il vicesindaco è stato rapito e tenuto in ostaggio per 3 settimane. Secondo alcune fonti, la zona sarebbe sotto il controllo dei volontari per la difesa della patria, una milizia paramilitare creata per rispondere agli attacchi dei gruppi jihadisti. Durante l’attacco del 4 giugno le milizie non hanno resistito ai jihadisti.
L’est e il nord del Burkina Faso sono da tempo vittime degli attacchi da parte di gruppi jihadisti tra cui Al Qaeda nel Sahel, il gruppo per il sostegno dell’islam e dei musulmani (Jnim) e lo stato islamico nel grande Sahara (Isgs).
