L’Iter per la concessione della cittadinanza

L’attuale legge per l’acquisizione della cittadinanza italiana è la n. 91 che risale al 1992 e stabilisce che chi nasce in Italia da entrambi genitori stranieri debba attendere fino al compimento di 18 anni per poter avviare le pratiche di richiesta della cittadinanza e ha solamente un anno di tempo, al termine del quale dovrà costantemente rinnovare il permesso di soggiorno per non essere considerato irregolare nel nostro paese.

Chi, invece è nato all’estero, ma cresce in Italia, è escluso anche da questa possibilità. Dovrà pertanto, al compimento della maggiore età, avviare lo stesso iter di naturalizzazione previsto per coloro che arrivano in Italia in età adulta: i requisiti sono altamente selettivi, come ad esempio la residenza ininterrotta e comprovata per almeno 10 anni consecutivi. Anche solo ottenere tutta la documentazione necessaria è un processo lungo, dal reperimento dei documenti originali alle traduzioni. Questo porta molte persone a rinunciare.

I due documenti principali per iniziare la pratica della richiesta per la cittadinanza italiana sono atto di nascita e certificato penale del paese di origine, che vanno tradotti in italiano e legalizzati nell’ambasciata italiana competente per chi è nato all’estero. Dopo la legalizzazione i documenti hanno una durata di 6 mesi, in quell’ arco di tempo bisogna fare la richiesta formale online della cittadinanza altrimenti non saranno piu validi. L’iter per la cittadinanza italiana richiede tempi davvero lunghi e molto denaro, le ambasciate legalizzano i documenti attraverso degli appuntamenti e ad un costo piuttosto elevato.

Non solo, ma con i decreti Salvini convertiti nella legge 132 del 2018, è stato introdotto anche l’esame di lingua B1 che prima non era previsto per chi chiede un passaporto italiano. Questo ha creato ulteriori lungaggini burocratiche, soprattutto nel periodo dell’emergenza sanitaria legata al coronavirus. Le sessioni di esame, infatti, si sono bloccate nel periodo della quarantena. I posti sono diminuiti e chi ha già maturato i requisiti per accedervi non riesce a fare l’esame. C’è anche la difficoltà a reperire le sedi in cui gli studenti possano fare gli esami. Nel mese del lockdown non sono stati fatti neanche online, perché non tutti hanno gli strumenti digitali adatti né il collegamento a internet. Quindi i tempi di attesa sono aumentati ulteriormente. 

L’Iter, passo dopo passo

La fase istruttoria della pratica di cittadinanza:

Ormai sappiamo tutto su come presentare la domanda di cittadinanza italiana, tuttavia molto raramente viene spiegato quali sono gli step della pratica: dedichiamo questo approfondimento all’iter per la cittadinanza, seguendo passo per passo la pratica da un ufficio all’altro dell’amministrazione, fino alla concessione – o al diniego – della cittadinanza stessa.

Il primo step, ovviamente, è costituito della presentazione della richiesta di cittadinanza online.

SICITT e il caricamento della pratica:

la pratica, una volta inviata, viene direttamente caricata nel sistema Informativo Cittadinanza, chiamato anche SICITT, che è un sistema interattivo al quale accedono in contemporanea Prefettura, Questura, Ministero della Giustizia, Dipartimento Pubblica Sicurezza, Ministero DLCI, ovvero tutti i vari organi che si occupano della pratica.

Controllo formale dei documenti:

Il primo controllo che viene effettuato è un controllo di formalità sui documenti presentati, volto a controllare che gli stessi siano corretti.

Ad eseguirlo è il personale della Prefettura, il quale informerà il richiedente di eventuali errori o incongruenze. In molti casi si potrà rimediare a queste incongruenze per mezzo di un intervento della rappresentanza consolare, mentre in altri sarà necessario presentare nuovamente la documentazione.

Una volta effettuato questo primo controllo, prende inizio quello che è il vero e proprio iter della richiesta della cittadinanza: i documenti vengono inseriti in un fascicolo elettronico e inizia l’istruttoria che è, come vedremo, la fase più lunga e laboriosa.

È durante l’istruttoria, infatti che vengono effettuate le verifiche sulla documentazione presentata, acquisiti pareri dai vari organi coinvolti e raccolte informazioni e dati.

Tutta questa massa di informazioni verrà infine valutata dal Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione, Direzione Centrale Cittadinanza, che è incaricato di predisporre il decreto di concessione della cittadinanza.

La fase istruttoria:

La fase istruttoria, oltre che la più lunga, è anche la fase più delicata, perché è proprio sulla base delle informazioni che emergeranno durante questa fase, che la cittadinanza verrà concessa o meno.

Difatti non si deve mai scordare che la concessione della cittadinanza non è un diritto, ma un interesse legittimo e dunque non vi è obbligo di concessione.

Parere della Questura:

Il primo step dell’istruttoria è costituito dal rapporto informativo della Questura: la Prefettura richiede alla Questura, o per questa ai carabinieri, di effettuare delle indagini riguardo la residenza effettiva del richiedente, il suo nucleo famigliare, il grado di integrazione, la sicurezza, le fonti di reddito, la conoscenza della lingua italiana e via dicendo.

Il secondo step dell’iter approvazione cittadinanza si svolge presso il Ministero della Giustizia: qui verrà rilasciato il rapporto del Casellario Giudiziale, il quale riporterà non solo le eventuali condanne riportate dal richiedente, ma anche una informativa sui trascorsi penali e sui carichi pendenti, anche minimi.

Parere del comparto sicurezza:

L’ultimo step dell’iter concessione cittadinanza è costituito dal parere Dipartimento della Pubblica Sicurezza: questo dipartimento sulla scorta di tutti i dati raccolti finora nonché di quelli che gli vengono forniti dal Direzione Centrale della Polizia Criminale, che dipende dal Dipartimento stesso, emette un parere nel quale determina se il richiedente possa essere considerato un pericolo per l’ordine pubblico o per la sicurezza dello stato.

Con il parere del dipartimento della Pubblica Sicurezza, termina la fase istruttoria dell’iter cittadinanza e si apre la fase valutativa.

La pratica, a questo punto, passa ala Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione-Direzione Centrale Cittadinanza del Ministero il quale emetterà valutazione positiva o negativa, a seconda di quanto sia emerso durante la fase istruttoria.

Decreto di concessione o diniego della cittadinanza:

questo ufficio può richiedere ulteriori indagini, nel caso vi siano delle zone di dubbio, oppure predisporre il decreto di diniego della cittadinanza, qualora siano emerse criticità per lo stato o la documentazione fosse carente dei requisiti di legge, oppure sentito il consiglio di stato, predispone il decreto di concessione della cittadinanza ai sensi art.9 L.91/92, il quale verrà quindi inviato alla firma del Presidente della Repubblica.

Il decreto di concessione della cittadinanza infine viene trasmesso alla prefettura, la quale ne cura la notifica all’interessato, che avrà 6 mesi di tempo per effettuare il giuramento.

Va sottolineato, però dal 1° giugno 2012 la cittadinanza per matrimonio, unico caso in cui la cittadinanza è un diritto soggettivo e non un interesse legittimo e viene decretata direttamente dalla Prefettura, sempre che nel corso dell’istruttoria non emergano ragioni inerenti alla sicurezza della repubblica, caso in cui la competenza torna al Ministero dell’interno.

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