Il re è scappato

Nel palazzo reale è in corso una rivolta
Il re doveva esse ucciso sta volta.
Ma il re accortosi del fattaccio
Pensa che te ripensa
Lascia la corona sul letto
E scappa dal misfatto
Scappando in fretta e furia
Si accorse dopo
Che addosso c’aveva solo la vestaglia.
Sembrava uno dei tanti insomma.
Ma dopo giorni di fuga
Sporco affamato dopo tanto che non s’era mai fermato
Te vede un povero popolano che davanti la sua baracca
Mungeva la sua vacca
Allora il re, che non era più il re
S’avvicina all’uomo
E come se il pover uomo dovesse
Adempiere al suo volere
Gli ordina di dargli qualcosa da mangiare e del latte per bere.
Allora il pover uomo, che era dal mattino
Che mungeva per arrivà a magnà qualche pietanza de sera, si rifiutò
Il re a quel punto si infuriò.
– “Come osi disobbedire al tuo sovrano
Vedendolo in condizioni pessime
E non dargli una mano”
tuonò il re.
Il pover uomo a sua volta tuonò, si,
ma co na risata, e gli rispose:
– “Mio caro viandante te nun sei più il re,
e in questa baracca l’unico re so io.
Ma io non farò come hai fatto te “ – continuò il popolano,
Se proprio voi magnà me devi dà na mano.”
A quel punto il re, che non era più il re,
Si ammutoli,
E sconfitto dalla fame, dalla stanchezza e dalla delusione, decise
Che l’unica soluzione
Era munge la vacca come faceva
Il suo padrone.
….

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