Gino Strada è morto. Grazie per tutto il bene che hai donato al mondo

Una triste giornata questa di oggi, 13 agosto. Gino Strada ci ha lasciati dandoci in eredità tutto il bene che ha saputo donare. Una vita di attivismo che si è trasformata in un vero e proprio lavoro, fondatore di Emergency e medico chirurgo tra il 1989 e il 1994 lavora con il Comitato internazionale della Croce Rossa in varie zone di conflitto: Afghanistan, Pakistan, Bosnia ed Erzegovina. Tutte queste esperienze innescano il desiderio di fondare un’associazione umanitaria internazionale per la riabilitazione delle vittime di guerra e delle mine antiuomo. Ha fornito assistenza gratuita a oltre 6 milioni di pazienti in 16 paesi del mondo. E’ stato un testimone esemplare di ciò che accade nei luoghi dimenticati dagli umani, è stato testimone delle barbarie provocate dagli umani. Una vita spesa tra la paura di essere ucciso e il desiderio di far rinascere la speranza a chi ha avuto solo sofferenza. Venne criticato per la sua visione utopistica del mondo, non c’era nulla di utopistico, Strada odiava solamente la guerra. “Spero che si rafforzi la convinzione che le guerre sono un orrore. E che non ci si può voltare dall’altra parte, per non vedere le facce di quanti soffrono in silenzio”. Queste sue parole sono macchiate di dolore per il prossimo, rivendicano giustizia per tutto quello che la guerra comporta: nulla se non la lacerazione dell’animo umano. Scegliere di dedicare la propria vita agli altri non è egoismo verso sé stessi, è amore incondizionato e consapevole di quanto siamo importanti, tutti. Senza alcuna distinzione, accorgersi di chi nessuno riesce o vuole vedere, lui e migliaia di attivisti, volontari hanno acceso la luce sul buio che cala al di là delle nostre fortune e delle nostre terre che non subiscono perennemente orrore. Questa perdita mi ha lasciata con la bocca aperta, il cellulare in mano e gli occhi lucidi. Mi ripetevo “è impossibile”, sentirsi così vicina ad una persona come lui significa che la grandezza dei suoi gesti è riuscita ad entrare in molti di noi. Emergency non si è sottratta dai suoi doveri nemmeno durante la pandemia di Covid-19, ha costruito un ospedale da campo e gestito un’unità di terapia intensiva a Bergamo, e ha riorganizzato cliniche mobili e permanenti per prevenire il contagio tra lavoratori e pazienti. Laddove c’è un’emergenza, l’associazione non si è mai tirata indietro, ha aiutato anche a “casa sua” come direbbe qualcuno ostile alle ONG. Far parte di questi organismi significa donare un pezzo della propria vita ai più fragili, considerandosi non colpevoli dei disastri provocati dagli Stati a cui apparteniamo. Quelli più fortunati, semplicemente più fortunati. Grazie Gino Strada, il tuo lavoro è stato resilienza pura.

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