Settembre è un mese importante per tutti i messicani, decorre il periodo in cui si è svolta quella che fu la lotta del Messico. Questo grande paese che si trova al nord del continente americano, per l’indipendenza dal dominio coloniale spagnolo, ebbe inizio il 16 settembre 1810 nel paese di Dolores Hidalgo, quando il prete del paese, Don Miguel Hidalgo y Costilla, insieme ad altri compagni indipendentisti, è andato a suonare le campane della chiesa portando uno stendardo con l’immagine della vergine di Guadalupe (molto venerata, il simbolo del legame dei messicani: una donna, una vergine), con tutto il suo fervore ha chiamato il popolo a ribellarsi all’oppressione dei governanti della Nuova Spagna e presumibilmente nel finale del suo intenso discorso ha gridato “Viva la Madonna di Guadalupe, fine al malgoverno”. La guerra di indipendenza terminò il 27 di settembre però del 1821 con la firma del Trattato delle Tre Garanzie. Quest’anno, 2021, è significativo perché si celebrano i 200 anni del conseguimento dell’indipendenza del Messico.
La tradizione detta che i festeggiamenti si inizino la notte del 15 di settembre con il “Grido di Dolores”, il presidente in carica della Repubblica Messicana dal balcone del Palazzo Nazionale nel mezzo della piazza più grande e importante della città del Messico. Il Zócalo suona la stessa campana che suonò il curato Hidalgo e prova a riprodurre lo stesso richiamo fervoroso gridando “Vivas” per gli eroi della rivoluzione e chiudendo con “Viva Messico” 3 volte. Una tradizione che rappresenta la preservazione dello spirito resiliente, la ricerca della libertà, l’orgoglio di appartenere a un popolo combattivo e rivoluzionario. Questo fa si che l’attaccamento a queste feste, per più di 120 milioni di messicani che si trovano nel territorio Azteco e quelli dislocati in ogni parte del mondo sia così forte. Questo vale anche per i messicani che si trovano in Italia. Ogni anno la comunità messicana si mobilita per organizzare le celebrazioni patriottiche da offrire ai compaesani.
Ma l’importanza di queste feste sul territorio italiano va più in là dello spirito festaiolo e di orgoglio per la patria di appartenenza e la sua storia, il suo rapporto con la ricerca per preservare l’identità, l’autonomia, la costituzione delle reti di supporto sociale, il sostegno dell’economia familiare e la consolidazione dell’autostima è fondamentale per le donne messicane. Tenendo in conto che tra i motivi per cui una donna messicana arriva in Italia c’è quello familiare e che fino al primo gennaio del 2020 in Italia erano presenti 4.567 messicani, di qui 3.117 donne (senza conteggiare quelli che hanno già preso la cittadinanza italiana), rappresentando il 0,09% degli stranieri presenti sul territorio.
Per le donne messicane è una grande sfida sopravvivere fuori dal paese di origine. Alcuni motivi di questa difficoltà sono le cifre basse di connazionali che si traduce in dispersione territoriale e la mancanza di riconoscimento del livello di istruzione.
Il motivo preponderante per cui la maggioranza delle donne arriva in Italia è banalmente chiamato “migrazione per amore” che è avviene per scelta propria ma che porta con sé delle rinunce e vicissitudini. Per questo è una migrazione quasi invisibile e questo fa si che le sue problematiche non siano prese in considerazione.
Queste donne si trovano di punto in bianco in una situazione di solitudine, difficoltà economica che le porta ad essere totalmente dipendenti del compagno con la paura che nasce nell’isolamento. Spesso subentrano disordini alimentari che scatenano, tra le altre cose, anemia perniciosa per il cambio drastico dell’alimentazione, frustrazioni a livello professionale. Questo può provocare diversi problemi a livello psicologico, il più delle volte depressione severa e purtroppo a volte possono essere vittime facili di violenza domestica.
Vi chiederete questo cosa c’entra con le Feste dell’Indipendenza Messicana? Allora vi spiego… Quasi tutte queste feste sono organizzate per le donne. Le associazioni e collettivi di origine messicana che si trovano in Italia sono state fondate, per la maggior parte, per le donne, con il supporto della famiglia e dei compagni italiani.
Suonano le campane per chiamare chi ha bisogno, chi si sente persa, chi vuole combattere contro le barriere. E’ un modo per fare una piccola rivoluzione interiore e lottare contro le difficoltà che porta con sé la migrazione. Racchiudono dentro un’ambiente pieno di colore, di cibo tipico messicano, musica e allegria, la deliziosa chiave di entrata al mondo dell’INDIPENDENZA personale.
Ogni festa contribuisce a guadagnare un poco più di libertà e autostima e a costruire dei legami forti, sia con il territorio di accoglienza sia con le altre compatriote che si trovano i situazioni simili. Una festa può offrire lo spazio per aiutare ad uscire da situazioni di violenza, dalla depressione o anche dare una spinta per reinventarsi e cominciare un’attività in proprio. Queste feste sono una fonte di salvezza ed emancipazione, di sorellanza e di resilienza. La prossima volta che incroci una locandina che invita a festeggiare una festa messicana, puoi essere sicuro che oltre agli invitanti tacos e alla divertentissima pignatta c’è un lavoro arduo, per ricostruirsi, per essere felici in un mondo nuovo, per gridare “vivas” e per risorgere e volare più leggere… Come le farfalle.
