Per la prima volta, in Tunisia e nel mondo arabo, una donna è stata nominata premier. Si tratta di una nomina storica alla guida del governo tunisino: per la prima volta l’incarico cruciale è stato affidato ad una donna, Najla Bouden Romdhane, in un momento di grave crisi politica nazionale.
Najla Bouden Romdhane è diventata, mercoledì 29 settembre, il primo ministro della Tunisia, ed è anche la prima donna a ricoprire questa carica nel mondo arabo. Una nomina storica che mira a rassicurare la comunità internazionale dopo la presa del potere autoritaria del 25 agosto scorso dal presidente Kais Saied.
La prima donna, 63 anni, nel ruolo di primo ministro non è solamente un evento unico in Tunisia, ma anche nel mondo arabo. Il presidente Kais Saied, autore di questa decisione, ha insistito ripetutamente sul carattere “storico” di questa nomina: “È un onore per la Tunisia e un onore alla donna tunisina”.
Ingegnere di formazione, la neo premier è docente di Scienze Geologiche alla scuola nazionale di ingegneri di Tunisi, con alle spalle un lunga esperienza accademica e nella ricerca, in particolare nel settore della valutazione sismica, della vulnerabilità degli edifici, della simulazione di scenari di rischi sismici e di sensibilizzazione della popolazione ai rischi e alla gestione delle catastrofi.
Attualmente è responsabile dell’attuazione del programma della Banca Mondiale presso il ministero dell’istruzione superiore e della ricerca scientifica, istituzione con la quale collabora da anni. Il programma, finanziato dalla Banca Mondiale, dà sostegno alla riforma dell’istruzione superiore in corso in Tunisia.
Per un decennio è stata la principale consigliera di sette ministri dell’istruzione superiore e della ricerca scientifica. Dal 2006 al 2016 oltre ad essere incaricata del controllo qualità presso lo stesso ministero, a partire dal 2011, dopo essere stata presidente dell’unità di gestione degli obiettivi, è stata lei ad aver istituito il programma di finanziamento competitivo e innovatore a sostegno dei progetti che vertono sulla garanzia di qualità, il buon governo, l’innovazione e l’imprenditoria.
