L’Uganda è al secondo posto nella classifica mondiale dei paesi che ospitano il maggior numero di rifugiati. Nel 2018 l’UNHCR calcolava che fossero circa 1,3 milioni, provenienti dai vari paesi della regione, in particolare Sud Sudan, Repubblica Democratica del Congo (RDC) e Burundi, paesi caratterizzati da una forte violenza politica. Anche se nell’immaginario pubblico internazionale l’Uganda evoca ancora scenari di guerra legati ai dittatori del passato, il paese rappresenta oggi un porto (relativamente) sicuro in una regione martoriata dalla guerra.
La politica di accoglienza dei rifugiati del paese è tra le più aperte al mondo, e gode di fama internazionale. I rifugiati in Uganda hanno il diritto di accedere a servizi essenziali come istruzione e servizi sanitari, su base paritaria con la popolazione locale, di lavorare e intraprendere attività imprenditoriali e di spostarsi sul territorio nazionale. La politica di accoglienza ugandese ruota attorno ai refugee settlements, diversi dai campi perché più aperti e strutturati come veri e propri villaggi, con mercati e servizi. Ai rifugiati viene concesso un appezzamento di terra a scopo abitativo e per l’avvio di attività agricole di sussistenza che, insieme agli aiuti alimentari, sopperiscono al fabbisogno alimentare di ogni famiglia. Una legge del governo centrale ha voluto poi che il 30 per cento degli aiuti internazionali fosse destinato ai territori ospitanti e ciò ha permesso che nelle zone dove sono ospitati i profughi venissero create nuove infrastrutture, di cui beneficiari sono stati anche i cittadini ugandesi.
In questo modo in Uganda la popolazione locale da subito ha interagito con le comunità rifugiate e si è assistito a un inserimento graduale dei profughi nella società come in pochi casi si è constatato in questi anni di esodo globale.
In queste ore di apprensione globale per migliaia di cittadini afgani in fuga dalle forze talebane, l’esecutivo di Kampala si è mostrato nuovamente sensibile al tema dei rifugiati dichiarandosi pronto ad accogliere duemila cittadini in fuga da Kabul.
Il 25 agosto è atterrato all’aeroporto di Entebbe, a sudovest di Kampala, il primo volo proveniente dall’Afghanistan con a bordo 51 persone sfuggite al governo talebano. Ai profughi è stato concesso l’asilo temporaneo e ad accogliergli è stata l’ambasciatrice americana in Uganda, Natalie Brown.
Brian George, capo della missione degli affari pubblici degli Stati Uniti, ha espresso apprezzamento per la generosità dell’Uganda, dichiarando ai microfoni dell’emittente Voa: “Il governo dell’Uganda ha dimostrato ancora una volta la volontà di fare la sua parte in questioni di interesse internazionale. Lodiamo i suoi sforzi e quelli delle organizzazioni locali e internazionali in Uganda che stanno fornendo supporto umanitario”.