Russia o non Russia, Wagner o non Wagner? E soprattutto, che farsene dei rapporti di lungo corso, travagliati, complessi e certamente rivedibili, con l’ex-colonia francese? Sono domande che oggi disegnano i rapporti del Mali e della giunta militare che ne tira le fila, con il resto del mondo e, in un certo senso, mettono a nudo sia la nuova politica estera francese in Africa che quella russa, apparentemente incompatibili.
Dai primi di settembre si rincorrono voci, mai confermate con chiarezza da nessuno, ma sapientemente ed ufficialmente alimentate da tutte le parti coinvolte, di un possibile accordo imminente tra il governo di Bamako e il gruppo Wagner, compagnia di sicurezza russa che si occupa anche di addestramento militare.
Il 16 novembre scorso, come si legge su un articolo pubblicato dal giornale L’événement, il ministro maliano degli affari esteri, Abdoulaye Diop, ha confermato che alcuni elementi delle forze russe sono arrivati nel territorio maliano. Una dichiarazione che arriva in un momento di piena crisi con la Francia che è contro questa alternativa delle autorità maliane.
Il Mali, in questi ultimi mesi, ha accentuato le sue relazioni con la Russia nell’ambito del ripristino della sicurezza. Durante la visita a Mosca del capo della diplomazia maliana, il suo omologo russo Sergei Lavrov, ha evocato l’invio in Mali dei soldati russi per aiutare a mettere in sicurezza il paese.
Appena rientrato in patria, durante una conferenza stampa, Diop ha dichiarato: “Confermiamo la presenza degli istruttori russi in Mali.” “Sono qui per aiutare nella formazione dell’esercito maliano, nell’utilizzo dei materiali logistici acquistati in Russia, nel pilotaggio degli aerei da battaglia ed elicotteri di attacco secondo l’accordo del nostro partenariato strategico e militare.”
