Lasciare monumenti del passato o toglierli per guarire dalla brutalità?

La statua del confederato Robert E. Lee a Charlottesville, Virginia, sarà fusa e verrà trasformata in una nuova opera d’arte pubblica. All’inizio di dicembre, il consiglio comunale di Charlottesville ha votato, con una decisione unanime, per donare una statua di Lee al locale centro culturale afroamericano, il Jefferson School African American Heritage Center, che prevede di fonderla.

Nel febbraio 2017, il consiglio comunale aveva ordinato la rimozione della statua insieme a molti altri monumenti e memoriali confederati. Questa decisione aveva dato il via a delle proteste. Il monumento di bronzo era diventato il fulcro di un raduno di suprematisti bianchi, di sostenitori dell’estrema destra e di neo-confederati. Durante gli scontri violenti tra i manifestanti di “Unite the right” e dei contro manifestanti, una giovane donna, Heather Heyer, aveva perso la vita ed erano state ferite altre persone.

Due anni dopo, la decisione è stata ribaltata da un tribunale che dichiarava che le statue erano protette dalla legge statale e non potevano essere rimosse. Ad aprile, invece, la Corte Suprema della Virginia decide che la statua poteva essere rimossa poiché non protetta dalla legge statale. A luglio la statua è stata rimossa.

Inizialmente c’erano diverse proposte per il futuro della statua e la scelta popolare è stata quella di trasformare la vecchia opera. Come diceva il direttore esecutivo del centro culturale afroamericano di Charlottesville, Andrea Douglas, l’obiettivo è “utilizzare la stessa materia prima della creazione originale per creare qualcosa che sia più rappresentativo dei presunti valori democratici di questa comunità, più inclusivo di quelle voci che nel 1920 non avevano alcuna capacità di impegnarsi nel processo artistico”.

Le città americane chiedono una trasformazione da anni. È giusto lasciare i monumenti del passato per non dimenticare la storia, o dovrebbero essere tolti per guarire dalla brutalità del passato? A partire dal 2015, dibattiti, polemiche e decisioni per la rimozione delle opere dei confederati sono aumentati. Non si parla di agire solo per valori democratici, ma anche per il rispetto alla storia della rivendicazione dei diritti e dell’uguaglianza, ovvero mettere in evidenza la trasformazione accaduta nella società. La creatività abbatterà la brutalità del passato.

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