La cultura dell’indifferenza

Si è impossessata dell’umanità fino a diventare uno stile di vita, che spesso e volentieri offusca la vista e la mente. Essere indifferenti, oggi, per molti è quasi un orgoglio. C’è chi va fiero di questo atteggiamento ed è un comportamento che sta giocando un ruolo importante nella società, nelle giovani generazioni, ma ancora di più nelle persone di mezz’età cui ai giovani dovrebbero dare l’esempio.

L’indifferenza striscia subdola nella nostra società distruggendo tutti i valori che abbiamo costruito nei secoli fino ad ora, facendoci pensare che basta essere felici per sé, senza una minima preoccupazione di cosa capita attorno a noi. Numerosi sono i proverbi a proposito, come: lontano dagli occhi, lontano dal cuore, oppure può succedere qualsiasi cosa basta che sia lontano minimo ad un palmo dal mio…

L’indifferenza è come un virus che ha infettato il mondo intero, facendosi strada in ogni angolo godendo di ottima salute poiché sa di possederci in tutto. Questo subdolo atteggiamento sta portando il mondo sempre più sull’orlo del baratro, specialmente in momenti come quelli che stiamo passando con questa terribile pandemia che ci obbliga a mantenere le distanze rendendo ancora più difficili le relazioni.

Dove sono andati a finire tutti quei valori, quelle tradizioni che hanno accomunato le persone e i popoli per secoli? Le tecnologie, come la televisione, che con l’informazione, da un’apparente vista sul mondo, i telefonini, che avvicinano le distanze, ma nello stesso tempo isolano le persone ciascuna nel proprio cerchio, si perde quella socialità, quella solidarietà, quell’essere accomunati e ritrovarsi nelle tradizioni che ci rendevano forti e umani. Oggi guardando un telegiornale ci si sofferma più sulle notizie di cronaca, con un certo piacere più che con la compassione che sarebbe dovuta, dimenticandoci che in fondo siamo conviventi tutti dello stesso pianeta.

Ciò che ci fa rimanere indifferenti verso gli altri sarà magicamente una fossa comune per tutti noi e lo stiamo vedendo ogni giorno sempre più con l’aumento delle calamità naturali ed umanitarie. Essere umani, uomini, donne e bambini utilizzati come cavie, politica e guerre subdole, violenze e abusi di ogni genere, esseri umani stipati e abbandonati dietro ai filli spinati, popolazioni sommerse stremate e stanche vagano disorientate, mentre nelle strade lo sguardo, l’indifferenza continua a crescere poiché ciascuno di noi pensa che non è un suo problema.

L’indifferenza è colpevole dei peggiori genocidi mondiali. La prima vittima è proprio chi ha questo atteggiamento. Dunque ci vogliamo domandare: siamo ad un punto di arrivo o ad un punto di partenza? La storia è già scritta o deve ancora essere redatta? Siamo dunque tutti intrappolati dentro alla nostra indifferenza che ha concepito e partorito una pandemia che non sta risparmiando neanche l’indifferente? Dunque mi viene da pensare: siamo forse alla frutta! Perché con la nostra indifferenza abbiamo tolto un meraviglioso sogno ai nostri figli. Vogliamo veramente questo? L’indifferenza non è paragonabile ad una meteora in prossimità di colpire la terra, non percorre miliardi di chilometri per provare a colpirci. L’indifferenza è immediata colpisce senza scuse, senza guardare in faccia a nessuno.

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