“Ma dimmi dimmi “
Di solito chiedono:
“Tu ti senti più italiano o più egiziano
E invece a scuola come eri, bullizzato
Va be’ ma la maestra ti ha mai categorizzato?”
E dai compagni sei mai stato cacciato?”
A lavoro come ti hanno trattato?
Povera stella sei sempre stato emarginato…”
Poi ti fanno:
“L’ultima l’ultima,
In amore?
Sei mai stato rifiutato per le origini del tuo stato?”
Ecco questa è la sfilza di domande che si possono fare a un’immigrato
Miei cari,
Queste so domande banali
Quando chiedete, non fateci sentire
Meno normali
Che mi chiedi se so stato cacciato, respinto o bullizzato
Non capisci che te che chiedi,
sei pieno di pregiudizi più di coloro che mi hanno diversificato.
Che son diverso,
lo so già da me
Mi fai domande sul mio passato
Ma non capirai mai dalle mie risposte
Ciò che ho visto
O cosa i miei occhi hanno captato
Mi parli di amicizia,
come se l amicizia
fosse una cosa statale
non universale
Mi chiedi dell’istruzione, cercando di trovare debolezze
E metti in risalto le turbolenze
Non punti sul fatto che chi è come me
Vede le cose con prospettive raddoppiate
Addirittura mi chiedi dell’amore
Come se l’amore non possa abbattere barriere razziali
Tu che chiedi
Elimina debolezze e diversità
Aumenta forza e uguaglianza.
A me non mancano le mani per poter lavorare
O le gambe per poter camminare
Oppure il cervello per pensare
Tanto meno manca l’anima per provare
A te però che manca?
