Oggi è l’8 marzo e come sempre si ricorda in tutto il mondo come “la festa della donna”. Un giorno importante che viene ricordato anche per tutte le conquiste che le donne hanno acquisito fin ora, viene associato alla giornata internazionale della violenza contro le donne che fu coniata il 17 dicembre 1999 e cade ogni 25 novembre.
Secondo i racconti, l’otto marzo nasce dopo una avvenuta chiara consapevolezza della donna di voler ottenere più diritti, e per ottenerli avenne la rivolta di un gruppo di donne operaie di un’azienda tessile di cotone di New York nel 1911. Decisero di scioperare per rivendicare i loro diritti e questa rivolta costò la vita a più di 134 donne operaie perché, per farle tacere, il proprietario le rinchiuse all’interno dell’azienda dove poi divampò un incendio che fu fatale.
Un’emancipazione che le donne si sentivano in dovere di avere. Questa lotta portò le donne ad ottenere diritti come, votare, indossare pantaloni, studiare, indipendenza economica, ovvero lavorare, e via via sempre di più fino ad oggi, quasi ad arrivare ad essere alla pari del sesso maschile.
Ciò che oggi viene chiamata in Italia “festa della donna” può apparire incoerente in quanto, ad oggi nel mondo, ci sono ancora milioni di donne che subiscono violenze da parte del sesso maschile. Bambine di poco più di 5 anni date in sposa ad uomini maturi, donne abusate, maltrattate, denigrate sia psicologicamente che barbaramente uccise tutti i giorni. Nonostante tutte queste battaglie siamo messi di fronte a dei fenomeni di sopruso verso donne e bambine quotidianamente.
Un’altra grande conquista avvenne durante la prima guerra mondiale a Mosca, dove l’8 marzo 1917 le donne operaie russe scesero in campo per protestare assieme ai maschi in rivolta contro la politica dello Zar. Ne approfittarono per portare l’attenzione sulla parità di genere.
L’8 marzo più che a festeggiare la donna, deve servire a ricordare quante donne e bambine ancora ogni giorno sono vittime di uomini violenti. Sarebbe auspicabile istituire un piano di prevenzione e protezione con pene e sanzioni più dure ed avviare un piano di educazione nelle scuole al rispetto del sesso femminile. Un lavoro graduale ma che va fatto tutti i giorni.