Mehdi Zareh Ashkzari, aveva studiato farmacia presso l’Università di Bologna. Due anni fa era tornato in Iran, in questo periodo è stato un manifestante attivo nelle proteste contro il regime. E’ stato arrestato in Iran, dove ora è morto, dopo venti giorni di coma a seguito di torture.
Prima della sua uccisione, aveva inviato un video denuncia ai suoi amici in Italia, il suo messaggio era indirizzato all’ambasciatore Italiano in Iran e fa vedere evidenti segni di tortura sul suo corpo. Mehdi era tornato in Iran per stare vicino a sua madre gravamente malata.
Aveva partecipato alle manifestazioni Donna, Vita,Libertà. E’ stato arrestato, torturato e successivamente rilasciato. Mehdi, giorni dopo dal suo rilascio, è stato ospedalizzato ed è morto in ospedale. Non è il primo manifestante che muore per cause sconosciute dopo il rilascio dalla prigione. I segni di tortura sono comunque evidenti sul suo corpo.Ci teneva a far vedere agli italiani e al mondo intero ciò che aveva subito. A fine dicembre, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha raccolto le preoccupazioni delle organizzazioni per i diritti umani e ha incontrato l’ambasciatore iraniano designato Mohammad Reza Sabouri.Alla Farnesina, il 28 dicembre, Tajani ha espresso «preoccupazione e indignazione per quel che sta accadendo in Iran» e ha chiesto all’ambasciatore iraniano «di trasmettere le richieste dell’Italia al Governo del suo paese» anzitutto, lo stop alla pena di morte e repressione verso i manifestanti.