L’ex premier testimonia a Palermo sulla vicenda della chiusura dei porti così come Luciana Lamorgese, l’ex ministro degli interni. Secondo Conte “Le persone fragili non era giustificato trattenerle. Le altre potevano essere trattenute per qualche giorno, ma non ho mai detto che si doveva prima raggiungere l’accordo di redistribuzione e solo dopo era possibile concedere il porto sicuro”.
È ripreso nell’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo il processo “Open Arms” venerdì 13 gennaio 2023, che vede il segretario della Lega e vicepremier Matteo Salvini imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio nell’ambito della vicenda che, nell’estate del 2019, quando era ministro dell’Interno, ha coinvolto la nave della ong spagnola rimasta per diversi giorni al largo delle coste siciliane in attesa di un porto dove attraccare per far scendere in sicurezza i 147 migranti che erano bordo.
Prima dell’udienza, con un post su Facebook Salvini ha scritto: “Oggi sono per l’ennesima volta a Palermo, nell’Aula Bunker dell’Ucciardone famosa per i maxiprocessi contro i mafiosi, per il processo Open Arms. Rischio fino a 15 anni di carcere per aver difeso l’Italia e i suoi confini, salvando vite e facendo rispettare la legge”.
Conte si smarca da Salvini dicendo questo: “Ricordo di avere scritto due volte al ministro Salvini. La prima volta dissi che non si potevano respingere i minori, la seconda invece che c’erano sei paesi europei che avevano confermato la disponibilità alla redistribuzione dei migranti dell’Open Arms. Non ero d’accordo con lui e il clima era incandescente. Ai tempi si voleva dare l’idea di un presidente del consiglio debole sul fenomeno immigratorio, mentre il ministro dell’Interno aveva una posizione molto più rigida”.
