“La Bestia” è una delle reti ferroviarie più conosciute e controverse in Messico. È un treno che trasporta merci come mais, cemento e minerali, che va da sud a nord verso gli Stati Uniti. Viene chiamato anche Treno della Morte perché viene utilizzato come mezzo di trasporto per i migranti provenienti dall’America centrale che viaggiano illegalmente per arrivare negli Stati Uniti. La maggior parte dei migranti che salgono su questi treni provengono da Honduras, El Salvador e Guatemala, e nel percorso salgono anche alcuni messicani (dati dell’istituto Nazionale delle Migrazioni (INM), Messico). Il Messico è un paese di transito dei migranti provenienti dal centro e dal sud America cosi come, in minima quantità, di alcuni migranti provenienti dall’Africa.
All’incirca 500.000 migranti all’anno fanno il viaggio su “La Bestia”. La ricerca di migliori condizioni economiche e di vita, la fuga dalla violenza e dalla mancanza di accesso all’istruzione, così come i cambiamenti climatici e i disastri naturali possono essere fattori che guidano la migrazione di queste persone che si aggrappano dove possono, viaggiano persino sul tetto, rischiando di addormentarsi e cadere, o addirittura rimanere mutilati. Corrono il rischio di essere vittime di furti, di violenze sessuali, di sfruttamento da parte dei gruppi criminali della zona che attraversa il convoglio. Tutto ciò per evitare di passare attraverso i 48 centri di detenzione messicani e posti di blocco per l’immigrazione, Si tratta di un modo di viaggiare non autorizzato dal governo messicano.
Il viaggio inizia con le due tratte ferroviarie, Tenosique (Tabasco) e Tapachula (Chiapas), poi attraversa Puebla e Veracruz. Ed è a Veracruz che dal 1995 in Amatlán de los Reyes, nel centro-sud del Messico, Norma Romero insieme a sua madre ha fondato il collettivo de “Las Patronas”. In Messico si chiama patrona una donna che ispira rispetto, qualcuno con una certa autorità e che cura gli altri. Inizialmente erano una ventina di donne che rimboccandosi le maniche portavano cibo, acqua, umanità e un po’ di sollievo ai migranti che facevano il viaggio della morte sulla Bestia. Oggi sono rimasti 12 donne e alcuni volontari occasionali, il fatto che in Messico aiutare i migranti sia un reato ha fatto sì che alcune donne lasciassero il collettivo. “Las Patronas” ogni giorno preparano approssimativamente 300 colazioni da consegnare, o per meglio dire lanciare dai bordi delle vie del treno verso le persone, che allungandosi e con una mano attaccate al treno rischiano la vita per prendersi la borsa di plastica che permetterà di sopravvivere nella traversata.
Oggi grazie ad alcune donazione e volontari, Norma ha trasformato la sua casa in un piccolo rifugio per migranti. Queste donne anno dopo anno, giorno dopo giorno si mettono in pericolo e in gioco per portare a sconosciuti un pezzo di calore di casa, un piatto di fagioli, riso e pane, un po’ di acqua, magari un foglietto sui diritti dei migranti. Nessuno le costringe, si muovono per amore verso il prossimo, per portare dignità e far sì che queste persone si sentano meno sole in un viaggio cosi tremendo come quello sulla Bestia e con un briciolo di speranza.